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Diritto

Un Paese senza giustizia è un Paese senza futuro

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La recente notizia dell’insufficienza di giudici per le Corti D’Appello di tutta Italia, al Sud in particolare, in parte a causa della pessima riforma Cartabia, è solo l’ultimo dei drammi del sistema giudiziario del nostro Paese.

Viviamo in una nazione in cui un processo civile dura tremila giorni (2.949), corrispondenti a 8 anni, con una media dei Paesi membri del Consiglio d’Europa (che non è l’Unione Europea e di cui fanno parte 47 paesi, contro i 27 dell’UE) che arriva a poco meno di 2 anni (715).

Il Governo Monti nel 2012 (con il D.Lgs. 155/2012), in questa situazione drammatica, invece che potenziare l’organico dell’amministrazione giudiziaria, chiuse 31 tribunali, 31 procure, 220 sezioni distaccate di tribunale, soppresse 667 uffici dei giudici di pace.

Paradossalmente abbiamo circa 306.000 agenti appartenenti alle varie forze dell’ordine, 453 ogni 100.000 abitanti, cifra che colloca il nostro Paese all’ottavo posto in Europa, ben oltre la media continentale, ferma a 355 agenti ogni 100.000 abitanti.

Gli agenti delle Forze dell’Ordine si scontrano quotidianamente con la lentezza dell’amministrazione giudiziaria, vivendo ciò con enorme frustrazione, in quanto l’efficacia del loro lavoro viene spesso vanificata dall’impossibilità oggettiva per i tribunali di celermente procedere alla definizione dei processi.

Uno dei principali motivi per cui i cittadini onesti in alcuni casi non denunciano è che sanno che le loro denunce spesso e volentieri finiscono in un nulla di fatto.

La trattazione delle cause nei tribunali è un inferno per il cittadino. Basta andare un giorno al tribunale per vedere in che condizioni giudici, cittadini, forze dell’ordine e professionisti devono operare: manca persino la carta per le fotocopie.

È necessaria una riforma seria della giustizia che renda più snelli i procedimenti, rafforzi il sistema giudiziario e garantisca la sostanziale tutela dei diritti: è la politica che ha questo compito e come cittadini dobbiamo scegliere in tutte le istituzioni, ad ogni livello, politici onesti e al servizio della comunità.

I politici seri e onesti ci sono, ma vengono contrastati internamente alle forze politiche a cui appartengono dalle cordate, da chi agisce in sostanza in maniera clientelare all’interno dei partiti, impedendo così che si premi il merito; i politici onesti non vengono spesso compresi dai cittadini, che ancora basano le proprie scelte sul familismo amorale e che ricevono un’informazione del tutto manipolata sulla politica, per via della mancanza d’indipendenza dei mezzi d’informazione.

Un tema fondamentale da affrontare è anche il conflitto d’interessi: siamo gli unici in Europa a non avere una normativa organica al riguardo. Se non c’è una corretta informazione il cittadino viene privato della libertà di scegliere con coscienza e consapevolezza. Se non si esclude la possibilità, per chi è in posizioni dominanti nella società, di ricoprire incarichi politici, ci sarà sempre la prevalenza dell’interesse privato su quello pubblico nella gestione dello Stato, non più al servizio dei cittadini, ma di questa o quell’altra impresa o gruppo d’imprese. Invito tutti i cittadini onesti ad unirsi per lottare su questi temi, affinché vi sia giustizia nel nostro paese, perché “la giustizia non esiste di per sé, ma solo nei rapporti reciproci e in quei luoghi nei quali si sia stretto un patto circa il non recare né ricevere danno.” (Epicuro)

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Scritti e poesie Umanesimo

Poesia dal Nepal

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“Dove sono i tuoi amici?
Chi viene con te?
Quale terra è la tua casa?
Che luogo stai cercando, viaggiatore?
Che notizie rechi nel tuo girovagare?”.
“Il mio amico è l’onesta diligenza. Il coraggio viene con me.
Il mondo intero è la mia casa.
E io vago verso la terra del cuore, portando i colori dell’Umanità”.

Laxmi Prasad Devkota

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Politica

La politica non è una professione

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La politica, che si concretizza nel diritto di elettorato passivo sancito dall’art. 51 della Costituzione e di quello attivo, sancito dall’art. 48, è e deve essere alla portata di ogni cittadino, ogni cittadino deve sentirsi all’altezza di ricoprire un ruolo politico. A questo deve mirare l’educazione. La nostra Costituzione è stata scritta con la partecipazione anche di contadini, operai e impiegati, non solo da avvocati e notai: è questo che la rende grande, intellegibile, densa di principi etici frutto della parte più nobile dell’essere umano. La politica non è una professione, questo lo vuole far credere chi da anni ci campa e ci fa campare i suoi amici. Se servono dei tecnici i politici (rappresentanti della volontà popolare) hanno a disposizione tutti i mezzi economici e burocratici per averli, per non parlare dei tanti professionisti che già fanno parte dell’amministrazione e delle istituzioni in generale. Spesso si confonde il ruolo del consigliere con quello dell’assessore, quello del parlamentare con quello del ministro. L’organo politico, che legifera (quindi parlamentari e consiglieri), non deve avere necessariamente particolari competenze, ma deve essere il più possibile fedele al mandato popolare per cui è stato eletto; mentre l’organo esecutivo (il governo, la giunta, etc.) assolutamente sì, così come i tecnici e collaboratori a disposizione di ogni ruolo politico ad ogni livello, ossia l’amministrazione. Confondere i due piani è segno di grande ignoranza sulle funzioni dello Stato.
Chiunque ricopre una carica politica dovrebbe essere INNANZITUTTO una persona priva di conflitti di interessi, onesta, vera rappresentante della volontà popolare.
In uno stato corrotto dal professionismo della politica non può esistere alcuna reale democrazia, perché chi fa una professione cerca innanzitutto il proprio guadagno. E ciò è eticamente incompatibile con qualsivoglia ruolo politico istituzionale.
Solo chi è in grado (è qualsiasi persona può esserlo) di metter da parte i propri interessi personali per mettersi al servizio della comunità in cui vive può essere un politico degno di questo nome. Non è questione di competenza, bensì di consapevolezza.

“Non esiste una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola, perbacco, e vale per tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone o prebende non è un politico. È un affarista, un disonesto.” Sandro Pertini

“L’onestà è la miglior politica.” Miguel de Cervantes

“L’uomo è per natura un animale politico.” Aristotele

“Non mi occupo di politica, è come dire non mi occupo della vita.” Jules Renard

“Un cattivo politico nominerà un pessimo dirigente della pubblica amministrazione, che a sua volta si contornerà di pessimi collaboratori e questo è un terribile effetto a cascata.” Milena Gabanelli

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Politica

Politica, media e cittadinanza attiva

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Sono ormai due anni che sostengo attivamente il Movimento 5 Stelle. La maggior parte delle persone che conosco (anche quelle che reputo più preparate) ha una visione del M5S pressoché identica a quella propinata dai media mainstream: Grillo è aggressivo, dice troppe parolacce, nel Movimento non c’è democrazia, Grillo mi fa paura (sì, dicono anche questo).

Nessuno però sa mai dirmi dove precisamente Grillo è aggressivo, per cosa dice “troppe” parolacce, quando non c’è democrazia nel M5S e cosa fa concretamente paura di Grillo. Sono critiche sempre generiche, sempre troppo simili perché possano sorgere da una riflessione approfondita e attenta di cosa è il Movimento 5 Stelle nelle istituzioni, di cosa sta facendo concretamente, anche sbagliando a volte (ma nessuno è perfetto!): insomma non si riesce mai a parlare di fatti concreti, a mettere sulla bilancia, per una valutazione il più possibile obiettiva, cosa fa realmente l’attuale classe politica, piuttosto che ciò che dice di fare.

Partiamo innanzitutto dal fatto che gli italiani si dovrebbero indignare per ben altre cose (ma lo fanno raramente, quasi fosse “normale” questa situazione vergognosa), ecco qualche esempio:

– un partito fondato da mafiosi, come Forza Italia, ancora è in Parlamento;

– abbiamo un Parlamento illegittimo, poiché formato da parlamentari eletti con una legge elettorale incostituzionale;

– abbiamo un presidente del consiglio che fa accordi politici con un delinquente condannato per frode fiscale, falso in bilancio, appropriazioni indebita come Berlusconi, invece che relazionarsi con il Parlamento;

– abbiamo un Parlamento esautorato della sua funzione, poiché l’85% delle leggi sono proposte dal Governo (e sono le uniche che passano);

– abbiamo le pensioni d’oro da 90.000 euro al mese e quelle a 500 euro o anche meno (visto che hanno tolto da tempo le pensioni minime);

– siamo al trentacinquesimo posto in Europa (su 42 stati monitorati) per efficienza della giustizia al 2012;

– siamo al 73° posto al mondo per libertà d’informazione nel 2014, in caduta libera, scendendo di 24 posizioni rispetto al 2013;

– abbiamo quasi tutte le opere pubbliche sotto inchiesta, dagli ospedali alle scuole, dalle ricostruzioni post terremoto alle “grandi” opere;

– abbiamo un’economia al collasso con circa 1.000 aziende (tra queste spesso le più oneste e più virtuose che non hanno “amicizie” importanti) che chiudono ogni giorno e  3 milioni 322 mila disoccupati (dati ISTAT dicembre 2014), di cui il 44% giovani sotto i 25 anni;

– abbiamo stragi e morti sul lavoro (il numero più alto d’Europa da tanti anni) per lo più senza responsabilità accertate se non addirittura assoluzioni (basti citare il caso dell’Eternit).

E queste sono solo alcune delle nefandezze che attanagliano il nostro paese.

Il Movimento 5 Stelle è l’unico soggetto politico che:

– si è presentato con un programma chiaro e ha presentato proposte di legge coerenti con tale programma (ad es. il reddito di cittadinanza, presente in quasi tutti gli stati europei, che rilancerebbe l’economia e ridarebbe una vita dignitosa a milioni di persone oppure l’abolizione di Equitalia), tutte ovviamente bocciate dalla maggioranza di governo;

– si batte quotidianamente sia nelle istituzioni che accanto ai cittadini, per scardinare il sistema mafioso e proteggere le persone oneste (il caso Expo di Milano ne è un esempio eclatante);

– ha nelle istituzioni solo persone che non hanno riportato condanne di nessun tipo (al contrario degli altri partiti, la lista al 2012 dei condannati, inquisiti e indagati degli altri partiti già dovrebbe essere sufficiente a non dar loro più nessuna fiducia);

ascolta e rispetta i cittadini: più volte ho parlato personalmente con parlamentari, consiglieri regionali, comunali, municipali del Movimento, i quali si sono sempre resi disponibili a partecipare ad ogni iniziativa coerente con il programma del Movimento; nessuno di loro ha la scorta o gira in auto blu, sono persone “normali” (come è quasi ovunque in Europa e in tanti altri stati del mondo);

– ha parlamentari che rendicontano pubblicamente le loro spese, si dimezzano lo stipendio e lo devolvono al fondo di garanzia per la piccola e media impresa;

ha rifiutato i rimborsi elettorali (che sarebbero stati 42 milioni di euro), perché manifestamente incostituzionali, poiché in contrasto con il referendum del 1993 che ha abolito i finanziamenti pubblici ai partiti (mentre Pd, PdL, etc. oltre ad aver preso tali rimborsi hanno più volte approvato leggi contrarie al referendum);

– ha fatto votare tutti i candidati on-line, consentendo a qualsiasi iscritto di poter scegliere da chi farsi rappresentare.

E sono solo alcuni dei punti che fanno del M5S di gran lunga il migliore soggetto politico italiano, sotto tutti i punti di vista.

Se come cittadini non ci impegnamo a cercare la verità, ma affidiamo la nostra visione politica alle chiacchiere da bar o alla manipolazione delle informazioni operata dai media, non siamo cittadini che tengono veramente al proprio paese, non possiamo considerarci cittadini onesti. Se la nostra mentalità non cambia, eliminando pregiudizio, ipocrisia, malaffare, cominciando in prima persona ad attivarsi contro gli abusi di potere, sostenendo e proteggendo chi si comporta onestamente, non cambierà nemmeno l’Italia.

Come dice Martin Luther King: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per cambiarla.”

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Economia Politica Società

Disonestà diffusa

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Riporto un articolo apparso oggi su Repubblica.it molto interessante e anche allarmante (ovviamente messo tra i trafiletti e non certo in grande evidenza sul sito della testata, d’altronde è sempre un media mainstream in mano a imprenditori); i dati riportati da una parte non fanno che confermare ciò che ho sempre pensato, ossia che la corruzione dilagante dei nostri dirigenti pubblici e privati altro non sia che il pallido riflesso di una disonestà diffusa degli italiani, sempre più abituati alla furbizia e alla scaltrezza, ciò che realmente sta portando alla rovina questo paese (159 miliardi di euro l’anno sono decine di manovre finanziarie, la metà dell’imponibile, altro che crisi economica), ciò che sta depauperando il nostro paese da tutti i servizi pubblici, che sono la prima garanzia dei tanto citati (spesso fuori luogo) diritti umani. Dall’altra dimostra che il nord onesto e lavoratore e il sud disonesto e fannullone è solo una chimera, una delle tante falsità a cui ormai non facciamo nemmeno più caso. D’altronde l’ignoranza e la superficialità del nostro popolo dilaga incessantemente, sento discorsi sempre più assurdi dai bar agli autobus, nessuno s’informa più, tutto viene affrontato con una superficialità dalla gran parte dei cittadini che mi fa rabbrividire. Per chi è sensibile e ha coscienza, in questo paese e in questo momento, è veramente difficile rimanere: ma questa è anche casa mia, non l’abbandonerò in mano ai quaranta ladroni!

Ovviamente in testa alla classifica degli evasori ci sono gli industriali, poi banche e assicurazioni e i commercianti, i “quattro dell’Apocalisse” che stanno mettendo in ginocchio il paese, con la loro stupida avidità, il loro egoismo, la loro ignoranza e arroganza. E nel mondo sono sempre queste categorie che stanno devastando l’ambiente, sfruttando gli esseri umani, diffondendo questa stupida cultura del dio denaro, per cui solo il soldo conta, gli esseri umani sono risorse, la natura è una risorsa, da sfruttare per diventare ricchi oltre ogni limite, oltre ogni necessità: non lasciamo in mano il mondo a tali persone!

ROMA – Con un’evasione fiscale in crescita del 10,1%, nei primi 11 mesi del 2010, l’Italia si conferma al primo posto in Europa, con il 54,5% del reddito imponibile evaso. Le imposte sottratte all’erario sono nell’ordine dei 159 miliardi di euro l’anno. E’ quanto emerge da una nuova indagine effettuata da Krls Network of Business Ethics per conto di ‘Contribuenti.it’, il magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani. L’indagine è stata condotta attraverso l’elaborazione di una serie di dati ministeriali, delle banche centrali, degli istituti di statistica e delle Polizie tributarie dei singoli Stati europei.

L’analisi ha considerato cinque aree di evasione fiscale: l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese. I principali evasori non si trovano nell’economia criminale, ma in quella legale, secondo i risultati dell’indagine: al primo posto ci sono gli industriali (32,8%) seguiti da bancari e assicurativi (28,3%), commercianti (11,7%), artigiani (10,9%), professionisti (8,9%) e lavoratori dipendenti (7,4%).

A livello territoriale, l’evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (29,4% del totale nazionale), seguito dal Sud (24,5%), dal Centro (23,2%) e dal Nord Est (22,9%).

Fonte: Repubblica.it

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Politica Scritti e poesie Società

A proposito di…

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Primo maggio 1945

“Mussolini e la sua amante Clara Petacci sono stati fucilati insieme, dai partigiani del Nord Italia.

Non si hanno sulla loro morte e sulle circostanze antecedenti dei particolari di cui si possa essere sicuri. Così pure non si conoscono con precisione le colpe, violenze e delitti di cui Mussolini può essere ritenuto responsabile diretto o indiretto nell’alta Italia come capo della sua Repubblica di Sociale.

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Filosofia Politica Società Umanesimo

Le menzogne del potere 3: Obama e il sogno americano

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Obama e il sogno americano

Vi ricordate l’emozione di tutti i media all’elezione di Obama a presidente degli Stati Uniti? Doveva essere il presidente del cambiamento, del progresso, della rinascita, le solite menzogne insomma, almeno a vedere questo 2009 che volge al termine. E inaspettato è giunto anche il premio Nobel per la Pace, con lo stupore generale, ben altre persone avrebbero potuto riceverlo: ad esempio il presidente boliviano Evo Morales, che da umile indigeno è riuscito a farsi eleggere democraticamente per due volte con una schiacciante maggioranza, a riformare la costituzione proteggendo i beni comuni come l’acqua e le altre risorse, a sradicare l’analfabetismo, a ridurre le disparità sociali: andatevi a leggere la sua storia, è commovente e esemplare.

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Scritti e poesie

Il mio mondo

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“Il vostro mondo è senza futuro.

Il mio, quello che sogno e immagino,

quello che quotidianamente cerco di creare,

è pieno di vitalità,

è ricco di soluzioni.

Voi non volete credere,

avete paura, siete affranti,

depressi, nevrotici.

io sono calmo, tranquillo,

pieno d’energie positive.

Per una volta dite la verità:

il vostro mondo è destinato a crollare.

Ma il drago sopito della rivoluzione

sta per risvegliarsi, la vita sta per

tornare con tutta la sua potenza

a ridefinire il bene e il male.

Migliaia di uomini onesti e probi!

Siamo pronti a rialzare il capo,

a lottare e combattere per i diritti di tutti,

ad essere accorti e benevoli.

e allora il vostro mondo cesserà

perché uno nuovo già sta nascendo;

in opposizione al vostro effimero inferno,

il nostro eterno paradiso sarà qui sulla terra.”