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Scritti e poesie Umanesimo

Ciò che accade

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È proprio nel quotidiano, nell’abitudine “meccanica” dell’agire in modo superficiale, infantile e egocentrico, il declino delle comunità. D’altronde in un Paese senza giustizia, senza meritocrazia, non potrebbe essere altrimenti: una massa di mediocri (non innata, ma generata da continui compromessi al ribasso per “tirare a campare”) conduce inevitabilmente alla degenerazione. È la pigrizia mentale e fisica di una vita da eterni insoddisfatti: non si ha mai abbastanza, ma sempre quanto basta per non fare nulla di coraggioso che porti ad un’evoluzione interiore capace di trasformare in meglio le comunità.

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La parte di storia non raccontata: chi ha sconfitto il nazifascismo in Italia

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Purtroppo si diffonde sempre più la superficialità nelle analisi degli accadimenti, dai più piccoli ai più grandi: questo perché si desume la realtà non tramite un’osservazione sistemica dei processi in atto, non usando un approccio scientifico, di costante ricerca di verità oggettive in mezzo ad una mole impressionante di verità soggettive, non tramite l’intuizione attraverso l’introspezione, ma attraverso il filtro dell’ideologia.

Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè la classe che è la potenza materiale dominante della società è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante. La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicché ad essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale. Le idee dominanti non sono altro che l’espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee: sono dunque l’espressione dei rapporti che appunto fanno di una classe la classe dominante e dunque sono le idee del suo dominio.” Questa la critica illuminata di Marx alle ideologie.

Attraverso l’ideologia si presume di essere dalla parte della ragione, dalla parte giusta della storia, a priori e a prescindere, senza possibilità di contraddittorio. Questo modo di ragionare porta alla distruzione dell’umanità attraverso la morte del dialogo, che è l’unica strategia per la pace, la giustizia, l’equità, la salvezza della vita. Solo con il dialogo possono emergere verità condivise: senza verità condivise le comunità umane finiscono nel caos. Le persone si sentono perdute e impaurite e finiscono per agire nel peggiore dei modi, seguendo non chi ragiona meglio, ma chi grida di più.

La vita è complessità e non linearità, ma anche un processo cognitivo: i sistemi vitali apprendono continuamente dagli errori commessi e migliorano di conseguenza. Certo, perché questo processo vitale possa emergere nelle comunità umane, è determinante che vi sia una trasmissione e un’evoluzione del sapere di generazione in generazione: educazione e cultura quindi sono i pilastri del progresso, che consentono di apprendere dal passato e non cadere più nei medesimi errori, che ci permettono di essere creativi in forme inedite. “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum” (sbagliare è umano, perseverare nell’errore è diabolico) afferma il brocardo latino. “Chi commette un errore e non vi pone rimedio sbaglia due volte” sosteneva Confucio.

La narrazione prevalente nell’immaginario collettivo è che l’Italia sia stata liberata dal nazi-fascismo grazie ai militari statunitensi e alla resistenza. Non può essere messo in dubbio che il supporto dei militari americani e le organizzazioni partigiane abbiano influito nel processo che ha portato alla fine della dittatura. Però non sono state le uniche cause. I processi vitali e quindi anche quelli umani sono sempre frutto di innumerevoli concause. Questo è un fatto della vita che nessuno sano di mente cercherebbe mai di smentire.

Accanto però agli attori del conflitto, c’è una moltitudine silenziosa, che raramente viene considerata, ma che influisce in maniera determinante nei processi evolutivi dell’umanità.

Mi riferisco a tutti coloro che decidono di disertare la guerra: la renitenza alla leva, chi decide di non combattere, di non imbracciare il fucile per annichilire i presunti “cattivi”, durante il primo dopoguerra assunse dimensioni impressionanti: nella chiamata alle armi delle classe 1923-1925, su 180.000 giovani in età di leva, solo 87.000 si presentarono ai distretti militari. Quasi il 50% si rifiutò di combattere.

Il disertore viene sempre descritto come un traditore della patria dalla propaganda di regime: di tutti i regimi, anche di quelli che si autodefiniscono democratici.

La democrazia è una delle parole più abusate e violentate dalle propagande delle oligarchie.

La repubblica democratica si fonda sul lavoro: questo statuisce l’art. 1 della Costituzione. Ma quando lavoro non c’è più o non c’è per tutti o le condizioni di lavoro dettate del mercato (amaramente non più dalla politica) non permettono più una vita dignitosa, possiamo ancora parlare di democrazia? Per chi deve ogni giorno lottare per riuscire a sopravvivere non c’è tempo di informarsi, di studiare, di approfondire, di fare salotto e dialogare.

Un altro concetto poi viene espresso dalla nostra carta costituzionale, sempre all’art. 1: la sovranità popolare. Ma cosa vuol dire sovranità popolare se i governanti scelgono senza permettere al popolo di sapere in maniera esauriente quali siano le alternative, lasciando che l’informazione sia controllata da alcuni potentati economici i quali diffondono solo le informazioni (quando non le manipolano) utili ai loro interessi? Cosa vuol dire sovranità se la voce della moltitudine non viene presa in considerazione da chi governa? Cosa accade quando sono i potentati economici a pagare le campagne elettorali di chi si presenta alle elezioni, campagne elettorali costantemente e tristemente truffaldine? Quando un popolo è affamato e non ha il tempo per informarsi e istruirsi esaurientemente crede a chiunque gli prometta il pane. Lo fa con quell’ingenuità che appartiene ad ogni essere umano, perché spera che prima o poi qualcuno quella promessa di equità, di giustizia, la mantenga.

Come può esistere sovranità popolare se gli unici strumenti per saggiare la volontà dei cittadini sono le elezioni dei rappresentanti?

Il sistema repubblicano voluto dai padri costituenti è un enorme passo avanti rispetto al passato perché pone delle basi fondamentali ineludibili perché la democrazia e la sovranità si possano concretamente realizzare: l’obbligatorietà dell’utilità sociale dell’impresa privata sancita dall’art. 41 Cost. It.; il dovere di solidarietà politica, economica e sociale imposto a tutti i cittadini dall’art. 2 Cost. It.; la non discriminazione, il compito fondamentale della Repubblica verso la rimozione degli ostacoli economici e sociali che limitano libertà e ugaglianza e impediscono il pieno sviluppo delle persone, l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese, statuiti dall’art. 3 Cost. It.; il diritto al lavoro, il dovere imposto ad ogni cittadino di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società, statuiti dall’art. 4; l’obbligo di adeguare la legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento, per permettere alle comunità di essere il fulcro delle scelte politiche, statuito dall’art. 5; lo sviluppo della cultura e della ricerca, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione, art. 9; il ripudio della guerra di cui all’art. 11; il diritto di manifestare il proprio pensiero liberamente, statuito dall’art. 21; il diritto di agire in giudizio a tutela dei propri diritti e interessi, statuito dall’art. 24; la non colpevolezza dell’imputato sino alla condanna definitiva e l’obbligo che la pena sia tesa alla rieducazione del condannato e non alla sua punizione, statuiti dall’art. 27; la responsabilità diretta dei funzionari e dipendenti pubblici degli atti compiuti in violazioni di diritti, statuita dall’art. 28; il diritto alla salute statuito dall’art. 32; la libertà di insegnamento statuita dall’art. 33; l’obbligo di istruzione e il sostegno ai capaci e meritevoli privi di mezzi di raggiungere i gradi più alti degli studi, sanciti dall’art. 34; il diritto del lavoratore ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualitò del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa, il diritto al riposo, sanciti dall’art. 36; la parità di genere sancita dall’art. 37; Il diritto al mantenimento e all’assistenza sociale di ogni cittadino inabile al lavoro, statuito dall’art. 38; il diritto di sciopero sancito dall’art. 40; il diritto di riservare allo Stato, agli enti pubblici, alle comunità di lavoratori e utenti, tramite la legge, la gestione e la proprietà delle imprese che erogano i servizi pubblici essenziali, che controllano le fonti energetiche, nonché tutte le situazioni di monopolio che abbiano carattere di preminente interesse generale, sancito dall’art. 43; i vincoli alla proprietà terriera privata, imposti dall’art. 44; il riconoscimento e la promozione della funzione sociale della cooperazione a carattere di di mutualità e senza fini di speculazione privata, la tutela e lo sviluppo dell’artigianato, statuiti dall’art. 46; il diritto di tutti i cittadini di avere un’abitazione e un terreno da coltivare, sancito dall’art. 47.

Senza l’applicazione concreta nel nostro Paese di questi e di tutti gli altri principi di Diritto stabiliti nella Costituzione, il sistema immaginato dai padri costituenti diviene lettera morta: la democrazia e la sovranità sancite all’art. 1 vengono meno.

Alla luce di tali considerazioni il disertore, il soggetto volutamente dimenticato dalla narrazione delle propagande, seppur concausa fondamentale per determinare il corso degli eventi, assurge ad eroe e vero artefice della pace e della giustizia: non solo quindi l’azione verso il bene, ma la non collaborazione con il male, diventa determinante per il destino degli esseri umani.

Per questo tutti i regimi reprimono i disertori, li deridono definendoli vigliacchi, li condannano a morte, li arrestano: il potente è perfettamente cosciente del fatto che, senza costrizione, l’essere umano libero, a cui viene garantito il diritto di vivere con dignità, che ha il tempo di informarsi e di farsi una sua opinione, difficilmente agirà a tutela dell’interesse di pochi, ma agirà più probabilmente nell’interesse della comunità di cui si sente parte integrante, in cui si sente vivo, in cui ama, studia, lavora.

L’essere umano, quando è veramente libero, è perfettamente consapevole che l’altrui bene e il proprio sono inscindibili.

L’annichilimento, fomentato quotidianamente dalla propaganda di regime attraverso i mezzi d’informazione, di chi non si adegua, di chi non collabora, di chi decide di non resistere, di chi non si schiera a priori e a prescindere, è il più alto tradimento ai valori della vita messo in atto dalle oligarchie.

È compito di ognuno di noi aprire gli occhi sulla verità e diventare protagonista attivo degli eventi, per imprimere un’altra direzione al futuro dell’umanità, agendo per salvaguardare la vita in ogni sua forma: è il compito naturale impresso nei nostri cuori sin dall’alba dei tempi. Non scoraggiamoci, superiamo le nostre paure e costruiamo insieme un mondo di pace, giustizia, equità, educazione, cultura, dialogo, armonia tra tutti gli esseri viventi.

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Ambiente Scritti e poesie Umanesimo

Parco Alda Merini

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L’1 novembre di 12 anni fa muore Alda Merini: “la poesia non dà il pane”, le dice a 15 anni il padre, dopo averle stracciato la recensione fatta da Giacinto Spagnoletti di una sua poesia.

Nonostante il patriarcato, la guerra, il manicomio, Alda Merini è diventata una delle più grandi potesse italiane di sempre, trasformando le sue emozioni in parole vive, capaci di penetrare nel cuore di ogni essere umano.

Proposi qualche hanno fa l’intitolazione dell’area verde di Via Rocca D’Arce e Via Della Stazione Prenestina nel Municipio Roma V ad Alda Merini per realizzare nell’area un parco pubblico, tanto che vennero stanziati i fondi per una prima parte dei lavori, ad oggi non ancora partiti: cercai di interpretare il desiderio di una comunità che non si arrende al degrado, all’abbandono, all’egoismo, all’alessitimia della nostra epoca, che combatte contro i pregiudizi e i favoritismi per donare bellezza a tutti, per compiere solo atti d’amore verso l’altro, anche quando ci fa soffrire, anche quando non ci capisce, anche quando ci combatte.

Sottrarre le aree verdi alla speculazione edilizia è un dovere civico, per le attuali e future generazioni: il sogno del parco Alda Merini merita di essere realizzato e sono certo lo realizzeremo.

Solo attingendo al proprio spirito poetico si può comprendere l’importanza di sognare e di credere, per realizzare un futuro migliore per sé e per gli altri.

A tutti i giovani raccomando:

aprite i libri con religione,

non guardateli superficialmente,

perché in essi è racchiuso

il coraggio dei nostri padri.

E richiudeteli con dignità

quando dovete occuparvi di altre cose.

Ma soprattutto amate i poeti.

Essi hanno vangato per voi la terra

per tanti anni, non per costruivi tombe,

o simulacri, ma altari.

Pensate che potete camminare su di noi

come su dei grandi tappeti

e volare oltre questa triste realtà quotidiana.”

Alda Merini

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Scritti e poesie

Guardate nel profondo

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“Guardate nel profondo della natura e allora capirete meglio tutto”.

Albert Einstein

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Scritti e poesie Umanesimo

Poesia dal Nepal

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“Dove sono i tuoi amici?
Chi viene con te?
Quale terra è la tua casa?
Che luogo stai cercando, viaggiatore?
Che notizie rechi nel tuo girovagare?”.
“Il mio amico è l’onesta diligenza. Il coraggio viene con me.
Il mondo intero è la mia casa.
E io vago verso la terra del cuore, portando i colori dell’Umanità”.

Laxmi Prasad Devkota

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Scritti e poesie

Ogni cosa è sacra!

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Ogni cosa è sacra!
Un tappo di bottiglia,
chi ti aiuta e chi ti affligge,
chi non si cura di te,
chi ti stima e chi odii,
i paesi che non hai visitato,
le persone che non conoscerai,
la zanzara che
non ti lascia dormire,
il cambiamento inesorabile,
l’uragano e il terremoto,
un granello di sabbia.
Non hai altra ricchezza
che il tuo cuore e la tua mente
e come impari ad usarli
migliorando ogni giorno.
Ogni elemento è una risorsa
imprescindibile, senza
semplicemente non saresti.
La terra è meravigliosa,
piena di esseri meravigliosi
in un universo meraviglioso.
E fino a che non sorgerà
in te questa verità
non potrai mai
essere felice.

Dario Pulcini

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Scritti e poesie Società

Io sono un uomo antico

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«Io sono un uomo antico, che ha letto i classici, che ha raccolto l’uva nella vigna, che ha contemplato il sorgere o il calare del sole sui campi, tra i vecchi, fedeli nitriti, tra i santi belati; che è poi vissuto in piccole città dalla stupenda forma impressa dalle età artigianali, in cui anche un casolare o un muricciolo sono opere d’arte, e bastano un fiumicello o una collina per dividere due stili e creare due mondi. Non so quindi cosa farmene di un mondo unificato dal neocapitalismo, ossia da un internazionalismo creato, con la violenza, dalla necessità della produzione e del consumo».

Pier Paolo Pasolini

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Scritti e poesie

A mia mamma

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Dedico a te
queste parole
A te che la sorte
non ti ha dato
la fortuna di vivere
un’altra primavera
di questa esistenza
A te che sei stata
il mio primo amore
E che mi hai amato
senza condizioni
Per tutta l’eternità
Sbocci per te ogni fiore
Sia per te ogni canto
Che la vita ti offra
una nascita nuova
circondata d’amore
Come tu hai saputo
circondare me
ogni giorno
A te a cui ho promesso
di essere insieme
per l’eternità
a te rinnovo
la mia promessa
e la mia infinita
gratitudine
per avermi dato
sempre il coraggio
di vivere pienamente.

Dario Pulcini

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Scritti e poesie

Essenziale

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Dove è il buio
Spicca la luce
Dove è il deserto
È prodigio il fiore
Nello spirito freddo
Sorprende l’abbraccio
Dove è il dolore
Risalta la forza
In un cuore impavido
Dimora la felicità.

Dario Pulcini

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Scritti e poesie Umanesimo

L’arte di riparare

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L’arte di riparare è importante, oggi come non mai, forse come è sempre stato.
Perché le cose si rompono, le relazioni si rompono, per quanto ce ne possiamo prendere cura e per quanto possano essere resistenti. E nulla può tornare esattamente come era, una volta avvenuta la rottura.
Questo fa parte della natura di ogni cosa, anche se chi persegue il culto imperante e illusorio della forma cerca di propagandare il contrario, tramite una falsa, malsana, infantile idea di perfezione.
Il punto importante è saper riparare: nessuno può dire di non aver mai rotto un oggetto o una relazione, di non aver mai ferito.
Saper riparare è segno di attenzione, di umiltà, di sincero desiderio d’unione, è la forza positiva che contrasta il consumismo sfrenato dei beni e delle relazioni e l’indifferenza e il vuoto che ne conseguono.
Riparare significa valorizzare la rottura, darle dignità, perché la natura ci insegna che niente è da buttare, ma solo da trasformare in qualcosa di migliore, di più vero, profondo, forte.
Riparare in definitiva è il più alto atto d’amore.

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Scritti e poesie

Sono nudo

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Sono nudo
Di fronte alla forza
Incessante del mare
All’affetto del sole
Alle carezze del vento.
È in me la Madre
Che generosa genera
Ogni forma di vita
In infiniti e mutevoli
Atti d’amore puri
Che divengono alberi
Insetti e uomini.
Il rispetto è gratitudine
Mutevole come il tempo
Forte come un tramonto
Gioioso come ogni alba.
L’incessante danza cosmica
Si manifesta in compassione
E non vedo che meraviglia
Intorno e dentro me.

Dario Pulcini

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Scritti e poesie

Il Cuore che ride – Charles Bukowski

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La tua vita è la tua vita
non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza.
Stai in guardia.
Ci sono delle uscite.
Da qualche parte c’è luce.
Forse non sarà una gran luce
ma vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli dei ti offriranno delle occasioni.
Riconoscile.
Afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte ma
puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
E più impari a farlo di frequente,
più luce ci sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché ce l’hai.
Tu sei meraviglioso
gli dei aspettano di compiacersi
in te.

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E poi fate l’amore – Alda Merini

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E poi fate l’amore.
Niente sesso, solo amore.
E con questo intendo
i baci lenti sulla bocca,
sul collo,
sulla pancia,
sulla schiena,
i morsi sulle labbra,
le mani intrecciate,
e occhi dentro occhi.
Intendo abbracci talmente stretti
da diventare una cosa sola,
corpi incastrati e anime in collisione,
carezze sui graffi,
vestiti tolti insieme alle paure,
baci sulle debolezze,
sui segni di una vita
che fino a quel momento
era stata un po’ sbiadita.
Intendo dita sui corpi,
creare costellazioni,
inalare profumi,
cuori che battono insieme,
respiri che viaggiano
allo stesso ritmo.
E poi sorrisi,
sinceri dopo un po’
che non lo erano più.
Ecco,
fate l’amore e non vergognatevi,
perché l’amore è arte,
e voi i capolavori.

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Tu e io

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Viviamo un tramonto al giorno

E ancora ci spaventiamo di morire.

La vedi quell’onda del mare?

Sei tu quella e accanto sono io.

E se ci siamo incontrati

È perché lo volevamo.

Senti la risonanza?

Non c’è alcuna paura

Non ci sono limiti

Ma alcuni sono belli da vivere.

E se scelgo te contro ogni logica

Sfidando ogni giorno

Il dolore che provo

Nel non poterti avere accanto

È perché so che non è verità.

Sei accanto a me

Ogni volta che ti penso

E la tua scelta presente non è il futuro.

Ora sono grande, non tanto

Ma quanto basta per capire

Che sono abbastanza stupido

Per correrti dietro nei campi

Dei fiordalisi della mia mente.

Non voglio nulla da te:

Mi basta la mancanza che sento

Per capire quanto vali.

Non è masochismo,

Ma osservare la vita per la sua

Strana abitudine a collidere

Tra volontà e desiderio.

So che la mia presenza

Cambia il mondo

E che dipende da me come.

E non c’è amore che non porti verità

Per questo insisto a crederti.

Al di là di ogni universo

L’unica cosa che sento

È il tuo vivere incessante

È questa vibrazione che non perdo

Che mi porta nei pianeti

Del nostro divenire,

Scritte che si cancellano in fretta

Ma mai abbastanza per dimenticarti.

Dario Pulcini

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Scritti e poesie Umanesimo

Per non perdere

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“Non voglio perdere
Le melodie del tempo
nei disegni caldi
delle foglie d’autunno,
nei silenzi mistici
delle notti l’inverno,
nei bagliori vibranti
del mare l’estate,
negli odori inebrianti
dei risvegli a primavera.
Non voglio perdere
Gli abbracci sinceri,
Gli sguardi curiosi,
le emozioni intense
Dei sussulti dell’animo.
Non voglio perdere
le lacrime di compassione,
L’allegria ingenua dei vivi,
La tensione a migliorare
nei mutamenti del mondo.
Un giorno perderò tutto
e di me rimarrà indelebile
non ciò che ho preso
ma solo ciò che ho donato.”
Dario Pulcini