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Mi faccio il pane in casa da 23 anni: con la pasta madre, farine biologiche e locali.
Per me fare il pane è diventato un rituale sacro, che scandisce la mia esistenza, che mi permette di apprezzare la giusta lentezza, che mi riconnette alla totalità attraverso un gesto semplice eppure complesso.
Ogni nostra azione non è solo unica e irripetibile, rappresenta anche la nostra scelta su come impiegare il proprio tempo.
Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo, eppure ogni giorno perdiamo tempo in tante futilità.
Fare il pane non è una futilità: significa ogni volta unire i due elementi più semplici e importanti che sostengono la vita, l’acqua e il grano.
Per fare il pane è necessario compiere scelte politiche importanti: se uso una farina prodotta all’estero, molto lavorata, di agricoltura industriale, in un sol colpo depaupero il mio Paese di ricchezza, danneggio la mia salute e danneggio l’ambiente. Se uso una farina integrale, di produzione locale, da agricoltura sostenibile, mantengo la ricchezza nella mia comunità, nutro correttamente il mio corpo e proteggo l’ambiente.
Il pane è legato da sempre al concetto di benessere: non avere il pane, insieme alla guerra, è tra le peggiori iatture che possano capitarci.
Il pane che faccio ogni settimana, per me, per la mia famiglia, per i miei amici quando passano a trovarmi, è il mio piccolo gesto per mostrare gratitudine alla vita per avere il cibo, per avere una famiglia, per essere in salute.
Ogni volta che faccio il pane mi ricordo quanto è importante rimanere umile e quanto sia importante usare le mani, quanto sia importante l’azione, per diventare ogni giorno una persona migliore.

LE TRADIZIONI INVENTATE NELLA CUCINA ITALIANA: LE FAKE NEWS E LE MANIPOLAZIONI DELL’INFORMAZIONE HANNO RADICI LONTANE
La pizza, così come la conosciamo, nasce in America: fino al secolo scorso, la maggior parte degli italiani non sapeva neppure cosa fosse. Per la diffusione della pasta in Italia sono stati fondamentali gli americani, il Regime fascista non l’amava e il vero Parmigiano viene fatto nel Wisconsin.
“Partirei da una considerazione di fondo”, spiega il Prof. Grandi, docente di storia dell’alimentazione all’Università di Parma, “ossia che la cucina italiana, come la conosciamo oggi, non ha più di 50 anni. Dopo il boom economico degli anni’60 il nostro Paese si è un po’ fermato e si è interrotto quel sogno di crescita infinita del decennio precedente. L’Italia ha così iniziato a costruirsi un passato ‘mitico’ confermando quella teoria dell’invenzione della tradizione forgiata da Hobsbawn nel 1983, secondo cui una società nelle fasi storiche di passaggio tende a inventarsi tradizioni capaci di disegnare un’identità nuova. La cucina italiana non si è sottratta a questo processo. Pur potendo contare su alcune basi solide, la nostra cucina si è inventata, in gran parte, una tradizione storica gloriosa“.
In realtà la cucina italiana pre-boom economico era monotona, povera, come poveri erano la maggioranza degli italiani e basata su pochi elementi. Basta andare indietro ai primi del ‘900 per scoprire che anche sedersi a tavola era un lusso per gran parte degli italiani: “A cavallo della Grande Guerra l’80% degli italiani”, sostiene il docente, “era impiegato nei campi e per lo più mangiavano per terra con scodella e cucchiaio: zuppe di cereali al sud e tanta polenta al nord”.

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Venerdì 23 e sabato 24 maggio 2014, dalle ore 20, con il team di Senso gastronomico (composto, oltre a me, da Alessandro, Luca, Giulia e Rosetta) abbiamo organizzato una due giorni con cena, dal titolo “Verso l’estate con i germogli“, presso la galleria d’architettura “Come Se”, Via Dei Bruzi 6, Roma. In tale occasione (oltre a mangiare convivialmente insieme) Alessandro racconterà il percorso degli alimenti usati per la preparazione delle pietanze: da dove vengono, come sono stati preparati, che caratteristiche hanno.
Se volete partecipare, prenotatevi per il 23 o il 24 maggio a:
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Con grande piacere invito chiunque all’iniziativa co-organizzata dal Gruppo d’Acquisto Solidale di cui faccio parte, il Gasper, denominata “Soul Food”, alla sua terza edizione. Questo anno la giornata principale, ossia domenica 23 maggio, si terrà al Circolo degli Artisti, in Via Casilina Vecchia 42, dalle ore 15.30. Noi del Gasper saremo lì con i produttori, prepareremo un aperitivo con i prodotti del nostro g.a.s. e molto altro ancora. Non mancate!
PROGRAMMA SOUL FOOD 2010 (PDF)
Per avere maggiori informazioni collegatevi al sito dell’iniziativa: http://www.thesoulfood.net/