“Per essere felici bisogna eliminare due cose: il timore di un male futuro e il ricordo di un male passato; questo non ci riguarda più, quello non ci riguarda ancora.”
Un’umanità che non sa dare valore alla vita in sé (dignità), ma che è capace di dare valore (meglio sarebbe dire, senza ipocrisie, “prezzo”) solo a ciò da cui ottiene qualcosa in cambio, in un interminabile e perverso gioco di do ut des, dove tutto, anche l’aria, può divenire privato, esclusivo, merce, è destinata all’auto-annientamento, dopo immani sofferenze inferte l’un l’altro, uomo contro uomo. Se si costruisce insieme, attraverso il confronto e il dialogo, un sistema sociale e educativo capace tanto di valorizzare le facoltà e i talenti del singolo, che insegnare a rispettare ciò che deve essere di tutti, inalienabile (se si vuole veramente progredire come specie), ossia le risorse naturali, le buone idee, le buone pratiche, le culture, le arti, i mestieri, si potrà arrivare un giorno ad un’umanità prospera, armonica e pacifica. Ciò io intendo per rispetto dell’uomo, della natura e delle future generazioni, questa è per me la vera natura umana. Chi non condivide ciò, chi non vuole far parte di questo percorso, non vuole scegliere questa vitale e necessaria, oggi più che mai, mentalità nell’approccio con l’altro, non è degno di essere definito umano.
Spesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che è passato
è come se non ci fosse mai stato.
Il passato è un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato è solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho già visto
non conta più niente.
Il passato ed il futuro
non sono realtà ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacché non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.
Un’idea rivoluzionaria di trasporto pubblico, presentata all’expo high-tech di Pechino nel 2010, dall’azienda Hashi Future Parking Equipment Company di Shenzhen. Da vedere!
Il futuro è già qui: questo esempio è la dimostrazione di come la creatività umana consenta di avere tutte le soluzioni alle problematiche che si trova ad affrontare.
I confini sono solo linee tracciate sulle mappe, non hanno nulla di reale, sono invenzioni umane. L’umanità ancora oggi è afflitta da guerre, fame, carestie, disastri provocati dalla dissenatezza dell’uomo: spesso proprio a causa di queste linee che ci dividono sulla carta siamo divisi su questa terra. Dobbiamo cambiare, deve cambiare questa umanità, ogni singolo uomo deve sentirsi partecipe di questo cambiamento, deve capire che non può sottrarsi alla propria responsabilità, non c’è altra soluzione. Non esistono confini, esistono zone di prossimità dove le culture si incontrano, si mescolano, per produrre nuove culture, nuove tradizioni, incessantemente nel tempo. La diversità è un valore inestimabile, è la ricchezza del nostro cuore, delle nostre percezioni, è ciò che ci consente di convivere ogni giorno con rinnovata curiosità. Non esiste un tempo fermo, tutto è eterno divenire. Per questo nuovo millennio la vera sfida è abbattere i confini geografici, è unire i popoli di tutto il mondo pur mantenendo le diversità culturali, perché si possa arrivare ad un vero progresso che ci porti lontano dalla disperazione che ci attanaglia; è un percorso che può essere fatto solo tenendoci per mano, solo affrontando il futuro ogni giorno con rinnovata speranza, solo comprendendo che tutti hanno diritto a vivere con dignità; dobbiamo costruire ancora tante scuole, tanti ospedali, tante case, tanti luoghi di incontro e di svago per tutti, dobbiamo lasciare in eredità ai nostri posteri un mondo meraviglioso, ne abbiamo tutte le capacità e tutte le risorse. Uomini e donne illuminati di tutte le epoche e di ogni luogo hanno cercato di unire, piuttosto che dividere, di capire piuttosto che giudicare, di amare piuttosto che odiare. Ci hanno lasciato in eredità meravigliose poesie, azioni eroiche, quadri, musiche, canti, balli, tecniche, arti, filosofie eppure ancora stentiamo a credere alla nostra vera natura di umanità solidale tesa verso un futuro di pace e armonia. Chi smette di credere nella possibilità di costruire un futuro migliore ha già smesso di vivere; chi non lotta quotidianamente per progredire, partendo dall’illuminare le proprie tendenze egoistiche o distruttive trasformandole in energie positive e altruistiche, è già morto, si priva della più importante funzione della vita, che è la vitalità stessa. Ogni nostro pensiero, azione o parola rimane eternamente in questo universo, perciò è di importanza fondamentale, lo dobbiamo ad ogni essere che già c’è e a ogni essere che verrà dopo di noi, concentrarsi sulle soluzioni e non lamentarsi dei problemi; ognuno di noi possiede dentro sé l’energia per cambiare questo mondo nel paradiso, chi smette di credere in ciò è un illuso, una persona che non potrà mai gioire della vita fino in fondo. Sarà preda di avidità, di collera, di depressione, eppure sempre in ogni istante potrà vedere la vera natura di ogni fenomeno, perché ne è parte, perché c’è un’unica vera natura che permea tutto e è anche dentro noi stessi, non la si può negare, la si può nascondere, la si può non ascoltare, ma non per questo la si elimina. Dobbiamo abbattere i muri dell’incomprensione, costruire dialoghi partendo da ciò che ci è più vicino, dal nostro palazzo, dal nostro quartiere, dalla nostra città, dalla nostra nazione sino ad arrivare al mondo intero. Non esistono confini, non esistono barriere, se non quelli che noi stessi costruiamo per paura, ma la vita è coraggio, è forza; le paure possono essere abbattute solo se si affrontano e la nostra unica arma è il dialogo, il confronto, l’azione coerente del nostro vero “io” che è un “noi”, che ci permette di vivere intensamente ogni istante coscienti, allegri, coraggiosi. Il paradiso è già qui, dobbiamo continuare a costruirlo senza mai perderci d’animo, non ha altro scopo il nostro esistere.
Vi ricordate l’emozione di tutti i media all’elezione di Obama a presidente degli Stati Uniti? Doveva essere il presidente del cambiamento, del progresso, della rinascita, le solite menzogne insomma, almeno a vedere questo 2009 che volge al termine. E inaspettato è giunto anche il premio Nobel per la Pace, con lo stupore generale, ben altre persone avrebbero potuto riceverlo: ad esempio il presidente boliviano Evo Morales, che da umile indigeno è riuscito a farsi eleggere democraticamente per due volte con una schiacciante maggioranza, a riformare la costituzione proteggendo i beni comuni come l’acqua e le altre risorse, a sradicare l’analfabetismo, a ridurre le disparità sociali: andatevi a leggere la sua storia, è commovente e esemplare.
Il futuro è già qui e è meraviglioso! Dal sito jamendo.com è possibile ascoltare e scaricare musica gratis legalmente. Gli album sono rilasciati dagli artisti sotto licenza Creative Commons e quindi si può gratuitamente effettuare il download delle musiche che più ci aggradano.
Il problema basilare, la pietra angolare d’ogni insensibilità e incoscienza dell’essere umano, risiede nel vivere nell’illusione, nel voler credere alla menzogna. Guardando ad esempio in televisione una pubblicità d’un prosciutto viene narrata una realtà parziale, spesso ipocrita, esaltando il gusto, la genuinità: mai però viene mostrato il processo di macellazione, sullo stile “Guardate come macelliamo bene le nostre carni!” (ma ve lo immaginate?). Alla maggior parte delle persone piace essere illusa: la gran parte dei convinti “carnivori” che conosco non è mai stata in un macello e men che mai ci andrebbe. È meglio che il “lavoro sporco” lo faccia qualcun altro. Io non ho nulla a che dire con chi mangia carne, sono scelte del tutto individuali, è solo per portare un esempio forte: un esempio forte di come molti esseri umani sappiano arrivare a mentire a se stessi e agli altri al punto da non avere più il senso della realtà. Come diceva Gramsci l’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva.
Sono le 21:50 e su rai tre parte la pubblicità di intermezzo con Ballarò.
Prima pubblicità quella della Coca Cola che, con disegni infantili, illustra il racconto di una bimba che affronta la crisi accontentandosi del poco che può avere, perché preferisce il panino con il salame al caviale, la casa della nonna all’albergo e così via. Insomma tocca abituarsi ad essere poveri. E fortuna che siamo in par condicio!
Vivo qui, solo, in questi istanti eterni,
collegato a tutto, ma pochi hanno
coscienza di essere legati a me,
ora che sono solo amore.
Il futuro è il paradiso
proprio d’un inferno presente:
come poter non vergognarsi
di far vivere qui, ora, così,
i bimbi figli di questa umanità!
Ecco che un nuovo anno comincia, il 2009. Questo numero fa riaffiorare nella mia mente i romanzi di fantascienza che leggevo da piccolo, da “2001 Odissea nello spazio” di Arthur C. Clarke a “La macchina del tempo” di Herbert George Wells, all’intero “Ciclo della fondazione” di Isaac Asimov. Narrano di un avvenire ultra tecnologico, della conquista dello spazio, di psicostoria, di una più evoluta e complessa concezione della vita, ma in particolare di un futuro dove i rapporti umani sono solo una parte dell’universo conosciuto, perché non è solo la nostra specie ad esistere nel cosmo. Ed ecco che dalla fervida immaginazione di questi grandi scrittori appaiono nuove specie intelligenti, con la loro psicologia e la loro visione dell’universo spesso ben divergenti da quelle umane, ma che convivono insieme nel cosmo infinito. Il grande merito di questi narratori è stato aprire la mente verso il futuro, poterselo immaginare al di là del nostro tempo, oltre lo spazio fisico del nostro sistema solare, oltre la nostra specie.