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Tag: dialogo

Categorie
Culture Ecologia Umanesimo

Il fulcro dei problemi della nostra epoca

  • Autore articolo Di Dario Pulcini
  • Data dell'articolo 8 Marzo 2022
  • Nessun commento su Il fulcro dei problemi della nostra epoca
Tempo di lettura: < 1 minuti

I problemi che viviamo non sorgono dagli aspetti materiali dell’esistenza (possesso, controllo e dominio delle risorse, degli strumenti, degli esseri viventi): le dinamiche di accaparramento e di sopraffazione di alcuni su altri sono solo la manifestazione di cause ben più profonde, radicate nella nostra mentalità e nella nostra cultura.

Il sistema capitalistico ha già comprato L’Italia da tempo, anzi, ha fatto molto di più. Ha reso le persone anestetizzate, incapaci di mettersi in discussione, incapaci di vedere al di là del pensiero lineare, frutto di due secoli di industrializzazione. Le ha rese arroganti, avide, individualiste, paurose, ipocrite, incapaci di ascoltare l’altro, di dialogare, nell’illusione di poter essere senza essere insieme.

Nessuno è innocente, nessuno ha colpe, tutti siamo responsabili.

L’unica salvezza sta in una trasformazione interiore che porti ad evolvere il nostro modo di pensare, cambiando i nostri schemi cognitivi verso una visione sistemica della vita.

Significa istante dopo istante impegnarsi a migliorare i propri comportamenti, significa coltivare i propri talenti e sostenere le altre persone a fare altrettanto, perché si comprende che non si può vivere senza interdipendenza. Oggi (e forse sempre così è stato) è l’attività creativa, l’immaginazione, la sperimentazione e la realizzazione di un mondo nuovo, basato su modelli e processi differenti, che può permetterci di superare le sfide della nostra epoca.

Non è una guerra di “noi contro loro”: il dramma dell’umanità è tutto interiore. È un problema più di coscienza che di conoscenza.

Fino a che non ci riconosceremo nuovamente in un’unità indissolubilmente legata, che è la realtà della vita, non supereremo le crisi cicliche della nostra epoca e non potremo costruire un mondo migliore, basato sulla pace e sull’armonia tra tutti gli esseri viventi.

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  • Tag arroganza, ascolto, avidità, dialogo, guerra, individualismo, industrializzazione, ipocrisia, italia, pace, paura, pensiero lineare, pensiero sistemico

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Scritti e poesie Umanesimo

Chi è forte

  • Autore articolo Di Dario Pulcini
  • Data dell'articolo 4 Novembre 2015
  • Nessun commento su Chi è forte

Tempo di lettura: < 1 minuti

La forza è l’opposto dell’arroganza. Chi è forte è gentile, premuroso, sensibile, pacifico, paziente, difende sempre e sommamente la vita. Chi è forte dialoga, perché sa di non sapere, è cosciente dell’importanza del confronto per conoscere la verità. Chi è arrogante pensa di sapere già tutto, di non avere nulla da imparare, di saper scegliere sempre bene, pensando di essere perfetto. Chi è veramente forte sa di non essere perfetto, ma si impegna a perfezionarsi ogni giorno. E stimola gli altri a fare altrettanto. Chi è forte non si fida delle sensazioni sempre, perché sa che le paure più recondite, che limitano la nostra capacità di scegliere bene, sono celate in profondità nell’animo umano. E senza il coraggio di sfidare i propri limiti non possono essere sconfitte. Chi è forte sa che la lotta quotidiana è interiore: e in tale campo di battaglia si vince o si perde in funzione della forza della propria determinazione. Nulla è già stabilito, tutto si costruisce dinamicamente agendo con sempre maggiore consapevolezza secondo dopo secondo, ora dopo ora, giorno dopo giorno.

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  • Tag arroganza, dialogo, egoismo, forte, forza, interiore, lotta quotidiana, pacifico, paure, paziente, perfezione, vita

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Buddismo Società Umanesimo

Resilienza individuale e collettiva

  • Autore articolo Di Dario Pulcini
  • Data dell'articolo 9 Settembre 2015
  • Nessun commento su Resilienza individuale e collettiva

Tempo di lettura: 4 minuti

Qualche mese fa, dopo una serata passata a divertimi con belle amicizie, qualcuno, che ancora non mi conosce, ha messo in dubbio la mia scelta di vivere da diversi anni in paese, dopo aver vissuto per una vita a Roma. “Ma è lontano…” “Quanto ci metti ora a tornare a casa?” “Vai piano” “Io non potrei viverci lontano dalla città” sono solo alcune delle frasi che spesso sento ripetermi: spesso rispondo che da me c’è l’aria pulita e che mi sveglio con il canto dei passerotti (entrambe queste frasi spesso non convincono il mio interlocutore). Poi torno a casa e guardo in cielo: una miriade di stelle. Non so se sia stata la scelta migliore il mio trasferirmi in campagna, ma già solo l’emozione di vedere il cosmo così vivido ogni notte è qualcosa di talmente forte da farmi considerare tale scelta la più saggia per me. A corto di denaro (ma non di lavoro) sto anche aiutando a costruire economia solidale e resilienza in giro per i paesi limitrofi, grazie alla collaborazione di persone sincere, in trasformazione, in ricerca di felicità vera (come me, d’altronde e, forse, come tutti); sono buddista da diversi anni (associazione IBISG, meglio nota come Soka Gakkai) e la pratica buddista insegna un metodo eccellente (il migliore da me trovato) per potenziare al massimo la resilienza individuale, rendendo ogni individuo capace di dare il meglio di sé, tirare fuori il meraviglioso e infinito potenziale che possiede. Dal sito dell’IBISG: “La vita di ogni individuo possiede un potenziale infinito; questo è il pensiero centrale del Buddismo di Nichiren. E per quanto in teoria questo sia un concetto facile da accettare, nella realtà tendiamo a porre limiti alle nostre possibilità. Inoltre, nella maggior parte dei casi, definiamo la nostra vita in base a tali limiti consapevoli o inconsci: sono in grado di fare questo, ma non quest’altro. Viviamo abbastanza comodamente dentro i nostri limiti auto-imposti, ma quando ci troviamo di fronte a un problema o a una difficoltà e sentiamo di non avere la capacità o le risorse emotive per affrontarle, soffriamo. Ci sentiamo schiacciati o impotenti, spaventati. La pratica buddista ci permette di attingere a inesauribili risorse interiori di coraggio, speranza e “resilienza” per superare le difficoltà e ampliare i confini della nostra esistenza, aiutando gli altri a fare lo stesso. Questa condizione vitale dinamica e compassionevole viene detta “Buddità” e un Budda è una persona che ha consolidato tale stato vitale come propria condizione predominante. La maggior parte delle persone tuttavia non sono consapevoli di questa opportunità o non sanno come metterla in pratica.“

Per capire profondamente ciò di cui parlo cominciamo dal capire cos’è la resilienza.

In ambito psicologico la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà.

In ambito biologico e ecologico la resilienza è la capacità di un certo sistema, di una certa specie, di una certa organizzazione di adattarsi ai cambiamenti, anche traumatici, che provengono dall’esterno senza degenerare.

Tale termine è stato ripreso anche dalle Transition Towns, un movimento culturale nato dieci anni fa in Inghilterra dalle intuizioni e dal lavoro di Rob Hopkins, un insegnante di Kinsale in Inghilterra esperto di permacultura. L’obiettivo delle Transition Towns è di preparare le comunità ad affrontare la doppia sfida costituita dal sommarsi del riscaldamento globale e del picco del petrolio. Quindi la capacità di una comunità di essere resiliente.

La società industriale (nel senso che ne dà Ivan Illich), quindi la nostra attuale realtà italiana, ha un bassissimo livello di resilienza. A Roma circolano più di tre milioni di automobili, l’attenzione all’ambiente è veramente bassa (per i parchi nel 2012 sono stati spesi circa 99.000 euro su un bilancio di circa 7 miliardi!), tanto per fare esempi banali (ma letali). Le industrie (dall’agricoltura, al manifatturiero, alle industrie pesanti) consumano territorio, energia e persone, dando risultati per lo più inefficienti, prodotti ad obsolescenza programmata e persone alienate dal lavoro: tutto diviene merce, poiché “l’economia capitalistica traduce il rapporto tra le persone in modi di sfruttamento”, come dice Marx.

Ciò, in definitiva, significa che di fronte ad un trauma (come la crisi economica e sociale che viviamo attualmente) la nostra società attualmente non è in grado di reagire adeguatamente per migliorare la situazione. D’altronde è sotto gli occhi di tutti la situazione di degrado sociale, politico e spirituale che stiamo vivendo: il fatto che milioni di noi italiani abbiamo votato e ancora votiamo delinquenti è prova lampante di non riuscire, nemmeno in un momento di crisi, a migliorare le nostre scelte (e a votare ci vogliono veramente pochi minuti, non è tutto questo sforzo) al fine di migliorare la situazione. La paura di un cambiamento regna sovrana.

Ma la nostra società è composta di individui e se non aumenta la resilienza individuale non può comunque aumentare la resilienza delle comunità.

Senza il dialogo e il confronto, senza lo scambio di idee e opinioni, il dibattito, l’azione congiunta, non è possibile crescere insieme; senza l’impegno costante e la determinazione individuale di vincere sui propri limiti (e lo strumento offerto dal buddismo è perfetto per tale scopo), non è possibile trasformarsi ogni giorno di più in portatori di pace, armonia e progresso nella rete della vita, divenendo primi portatori di idee, opinioni, dibattiti e azioni congiunte in direzione del miglioramento della qualità della vita nella comunità. Resilienza individuale e collettiva vanno di pari passo, l’una non può esistere senza l’altra.

Io scelgo di vivere convivialmente, di trasformare la crisi attraverso l’illuminante pensiero di Illich (1977: sì, leggete bene, l’ha scritto nel 1977!): “Il vocabolo crisi indica oggi il momento in cui medici, diplomatici, banchieri e tecnici sociali di vario genere prendono il sopravvento e vengono sospese le libertà. Come i malati, i paesi diventano casi critici. Crisi, la parola greca che in tutte le lingue moderne ha voluto dire «scelta» o «punto di svolta», ora sta a significare: «Guidatore, dacci dentro!». […]
Ma «crisi» non ha necessariamente questo significato. Non comporta necessariamente una corsa precipitosa verso l’escalation del controllo. Può invece indicare l’attimo della scelta, quel momento meraviglioso in cui la gente all’improvviso si rende conto delle gabbie nelle quali si è rinchiusa e della possibilità di vivere in maniera diversa. Ed è questa la crisi, nel senso appunto di scelta, di fronte alla quale si trova oggi il mondo intero.”

Scegliamo ogni giorno e le nostre scelte determinano il futuro dell’umanità. Se l’umanità, ogni suo singolo individuo, non s’impegnerà a capire l’importanza della resilienza individuale e collettiva, il futuro sarà disastroso. Bisogna avere coraggio ed agire, questa è l’epoca in cui il benessere e benavere di tutti non è mai stato così vicino, abbiamo tutta la scienza e le risorse necessarie per concretizzare l’obiettivo di una umanità in armonia, ricca e rispettosa del sistema ecologico: dobbiamo crederci, creativamente e gioiosamente, perché diventi realtà.

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  • Tag buddismo, confronto, dialogo, resilienza, resilienza individuale, transizione

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Buddismo Umanesimo

L’importanza del dialogo

  • Autore articolo Di Dario Pulcini
  • Data dell'articolo 1 Luglio 2015
  • Nessun commento su L’importanza del dialogo

Tempo di lettura: < 1 minuti

Pubblico questo articolo nella speranza di far riflettere tutte quelle persone che hanno interrotto, non a causa mia, ogni forma dialogo con me, anche se io sono sempre rimasto disponibile a dialogare con loro. Anche se mi dispiace e ne soffro, perché capisco quanto l’azione che queste persone stanno mettendo nelle loro vite porterà loro una retribuzione ben peggio della mia attuale (Ikeda definisce tale azione di chiuso silenzio addirittura “suicidio spirituale”), di certo ciò sta avvenendo perché in passato devo aver offeso più volte la Legge mistica, quindi non me ne lamento. Anzi, mi ritengo fortunato, poiché grazie a ciò posso alleggerire le mie antiche colpe e avvicinarmi in tal modo alla più vera felicità, così da divenire una persona più forte e completa. In un brano del ventitreesimo capitolo Bodhisattva Yakuo, è scritto: «[Il Sutra del Loto] può essere la causa che conduce gli esseri umani a sradicare ogni… sofferenza», e a tale proposito, nell’Ongi kuden (Raccolta degli insegnamenti orali), Nichiren Daishonin ricorda che “sradicare” dev’essere interpretato come “illuminarsi in relazione”: fino a che non si capisce in profondità tale concetto, non è possibile ottenere la vera felicità.

«La completezza umana può essere raggiunta solo all’interno dello spazio aperto creato dal dialogo: con gli altri, con la storia, con la natura e con il cosmo. Il chiuso silenzio degli indifferenti può soltanto diventare il luogo del suicidio spirituale. Nessuno di noi è umano sin dalla nascita, se non in senso biologico. È nostro compito diventare veri esseri umani imparando a conoscere noi stessi e gli altri. Questo è possibile solo se ci immergiamo nell’oceano del linguaggio e del dialogo alimentato dalla sorgente della tradizione culturale.» Daisaku Ikeda

Daisaku Ikeda

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  • Tag buddismo, buddità, cosmo, daisaku ikeda, dialogo, essere umano, indifferenti, indifferenza, natura, pace, spazio aperto, umanità

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Culture

Miriam Makeba Tribute a Roma

  • Autore articolo Di Dario Pulcini
  • Data dell'articolo 1 Marzo 2010
  • Nessun commento su Miriam Makeba Tribute a Roma

Tempo di lettura: 2 minuti

Un mio carissimo amico, Sekou, ha ideato, insieme al Movimento degli Africani (di cui è fiero aderente), un meraviglioso evento a Roma per il 13 marzo 2010, alle ore 21, presso l’Auditorium di Via della Conciliazione 4, un tributo a Miriam Makeba, grandissima cantante africana, attivista per tutta la vita contro l’apartheid e il razzismo, scomparsa purtroppo nel 2008; sarà un grande incontro tra artisti africani e italiani, per fondere sulle note universali della musica le nostre culture (i biglietti dell’evento si possono comprare su greenticket.it, presso le rivendite autorizzate e presso la biglietteria dell’Auditorium: tutto il ricavato andrà a sostegno di un progetto di lotta alla desertificazione per il rimboschimento del Burkina Faso e per sostenere le iniziative del Movimento degli Africani).

Continua a leggere “Miriam Makeba Tribute a Roma”

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  • Tag alma megretta, auditorium via della conciliazione, awa ly, concerti, concerto, conoscenza, dialogo, ensemble makeba, esha tizafy, fausto mesolella, fratellanza, gabin dabire, integrazione, interculturale, josette martial, mediterranea, miriam makeba, miriam makeba tribute, Musica, niccolò fabi, raiz, ray lema, roma, rossana casale, tasha rodrigues
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