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Diritto Politica Umanesimo

Siamo tutti fratelli: agiamo per un mondo di pace, giusto e sostenibile

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Le persone ucraine e le persone russe sono tutte mie sorelle e fratelli. E lo sono anche tutti gli altri cittadini del mondo, dell’est, dell’ovest, del nord e del sud.

Tutte le religioni del mondo nascono per portare la pace nel cuore degli uomini: io sono buddista e credo che tutti noi credenti, di qualsiasi religione, dobbiamo unirci per scongiurare la guerra e portare pace, fratellanza, amore, giustizia, verità. Chiunque crede nei valori della pace, della verità e della giustizia, deve agire in spirito di fratellanza, ora più che mai, anche se non crede in alcuna religione. È nello spirito degli esseri umani sentirsi fratelli e sorelle, parte di un’unica grande famiglia umana. È chiaramente impresso nelle Costituzioni di tutti i paesi e nei trattati internazionali sui diritti fondamentali, civili e politici questo spirito di unione di tutti gli esseri umani.

La guerra avviata da Putin e la gestione del conflitto da parte di Zelensky con l’appoggio di gruppi neonazisti addestrati dal governo USA, sono entrambi atti criminali.

Il Governo degli Stati Uniti, solo per fare un esempio, ha bombardato l’Iraq con la scusa delle armi di distruzione di massa, che non sono state trovate. La guerra ha distrutto, ucciso, devastato. Non ci sono stati né vincitori né vinti, ma solo morte e dolore, come in tutte le guerre.

Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina (qualsiasi guerra per me è criminale e un fallimento dell’umanità) per fatti reali: in Ucraina ci sono frange neonaziste al potere, addirittura nell’esercito regolare, armate fino ai denti, addestrate dagli USA; in Ucraina ci sono territori maggiormente legati culturalmente e storicamente alla Russia, che da anni vivono nel terrore per le continue rappresaglie dell’esercito ucraino e russo in un coflitto civile che in pochi anni ha prodotto oltre 14.000 morti, in particolare vivono le torture e gli omicidi perpetrati dai battaglioni neonazisti ucraini: diversi report internazionali (OSCE, UNHCR) parlano di vera e propria pulizia etnica, di torture, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni. La NATO si è espansa nei paesi dell’est Europa, contravvenendo agli accordi e alle dichiarazioni internazionali e in questi anni ha continuato a riempire i suoi arsenali in Europa. La NATO dovrebbe essere sciolta e dovrebbero essere processati i responsabili che si sono macchiati di crimini inauditi nelle guerre degli ultimi decenni.

Questa guerra, che continua come tutte le guerre ad essere ingiustificabile, anche di fronte ai fatti che ho descritto, è di certo stata voluta da Putin, che ne è responsabile di fronte all’umanità intera, ma il consesso istituzionale internazionale occidentale, invece di dialogare, ha scientemente agito per acuire le controversie, invece che sedarle, per arrivare allo scontro.

L’unica via d’uscita per salvaguardare le persone è una proposta seria di neutralità militare dell’Ucraina e la tutela vera delle minoranze e della democrazia: molto lontana oggi, visto che Zelensky continua a gettare benzina sul fuoco chiedendo a giorni alterni l’intervento della NATO e dei paesi UE, ottenendo armi e pagando mercenari provenienti da qualsiasi parte del globo per proseguire non una lotta di liberazione, visto che è inserito nella Costituzione Ucraina dal 2019 l’entrata nella NATO, ma una carneficina insensata. Gli Stati e le nazioni non esistono nella realtà: sono invenzioni umane. Esistone le culture, le tradizioni, le usanze, dei diversi popoli e vanno rispettate, per questo va creato un dialogo costruttivo tra tutte le comunità, ma i confini sono solo sulla carta: ad ogni confine, piccolo o grande che sia, da città a città, da regione a regione, da nazione a nazione, in tutto il globo, le genti e le culture si mescolano e danno vita a quella meravigliosa diversità umana che è sotto i nostri occhi tutti i giorni.

Zelensky invece continua a far morire i suoi cittadini vittime della sua continua propaganda nazionalista, disinteressandosi completamente delle persone comuni che stanno soffrendo ogni giorno e di come porre fine subito a questa guerra, per obbedire ai suoi partners occidentali. I battaglioni neonazisti ucraini sono stati armati e addestrati dagli USA proprio per destabilizzare la Russia e acuire il conflitto. È il loro piano dichiarato da anni, basta leggersi i documenti della Rand Corporation, sono online sul loro sito internet.

Putin continuerà a bombardare criminalmente l’Ucraina sino a che Zelensky non dichiarerà seriamente di volersi sedere al tavolo dei negoziati e portare una seria proposta di neutralità militare dell’Ucraina e il rispetto delle minoranze.

Il governo e il parlamento italiani, completamente proni agli Stati Uniti, hanno deciso di far diventare la nostra Nazione parte del conflitto, inviando armi anche contro la volontà popolare. Questo fatto è di una gravità inaudita e come popolo dobbiamo affermare con ogni mezzo la nostra contrarietà alla corsa agli armamenti e all’invio di armi: le armi servono innanzitutto per uccidere, più che per difendersi. Ovunque nel mondo. Riflettete bene: se non ci fossero armi nel Pianeta non sarebbero possibili gli eccidi in pochi secondi che vediamo ogni giorno in diverse parti del globo, con bombe sempre più potenti. Negli USA, per fare un esempio, per via della possibilità di possedere armi leggere da parte di qualsiasi cittadino maggiorenne, muoiono 40.000 persone ogni anno. Si sparano pensando di essere in un videogioco, ma poi muoiono per davvero: perdonate il sarcasmo, ma molti di loro purtroppo sono giovani, vittime della propaganda guerrafondaia e violenta di chi commercia le armi.

L’Unione Europea, invece che essere portatrice di dialogo, invia un miliardo di euro di armi all’Ucraina, dimostrando che gli interessi UE in Ucraina non sono per le persone comuni, ma per le risorse che l’Ucraina possiede. Perché se vuoi tutelare le persone comuni mandi aiuti umanitari, non armi. Chiedi un tavolo di negoziati immediato, non criminalizzi l’avversario.

La Cina è l’unica grande potenza che sostiene il dialogo come unica arma di risoluzione delle controversie sin dall’inizio. I mezzi d’informazione, in maniera criminale, dicono che la Cina sostiene la guerra russa, aizzati dalle dichiarazioni dei governanti statunitensi, gettando ulteriore benzina sul fuoco, sempre e solo per mentire ai popoli mascherandosi dietro ad un falso patriottismo.

In tutto ciò gli unici che ci stanno guadagnando e che probabilmente hanno agito perché tutto ciò accadesse, sono i diversi ricchi di qualsiasi Nazione, proprietari di industrie belliche e di banche: per loro la vendita di armi e la ricostruzione sono affari da non perdere, non hanno alcun interesse verso le persone comuni, si stanno follemente sfregando le mani di fronte a questo nuovo conflitto.

Dobbiamo interrompere questa spirale di violenza il prima possibile: per farlo è necessario che le persone comuni prendano coscienza e decidano di alzare la testa ed esprimere il proprio dissenso, che comincino ad aprire gli occhi e a dire la verità. È necessario costruire ponti di solidarietà tra le Nazioni, tra tutte le Nazioni, per scongiuare un ennesimo conflitto mondiale, che può portare solo disperazione, sofferenza, povertà. Visto che i governanti non vogliono farlo, perseguendo non l’interesse dei loro popoli, ma il lucro dei ricchi oligarchi che pagano le loro campagne elettorali con cui truffano la gente, siamo noi che dobbiamo agire in tal senso.

Chiediamo di discutere una proposta all’ONU per l’immediato cessate il fuoco e la neutralità militare dell’Ucraina, senza basi o milizie straniere nel Paese, garantendo la libertà e la sicurezza del popolo ucraino e avviando rapidamente la ricostruzione.

Chiediamo di discutere una proposta all’ONU di un piano disarmo generale di tutte le nazioni, partendo dall’eliminazione delle testate nucleari e di investire i fondi così risparmiati per la mitigazione dei cambiamenti climatici e per una vera rivoluzione mondiale verso la sostenibilità ambientale e sociale.

Chiediamo di togliere il diritto di veto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU a USA, Russia, Cina, Regno Unito, Francia, di modo che l’ONU possa avere il potere di dirimere tutti i conflitti con il dialogo e non con le armi.

Chiediamo ai paesi UE di uscire dalla NATO e di eliminare gli stanziamenti per nuovi armamenti, riducendone anzi gli investimenti: la pace non si fa con le armi.

Chiediamo che tutti i criminali di guerra dell’ultimo secolo vengano processati, a partire dai governanti e dagli oligarchi che hanno avviato conflitti nel globo dopo la seconda guerra mondiale, compiendo veri e propri eccidi e portando interi paesi nell’instabilità e nella povertà, come avvenuto e in alcuni casi purtroppo ancora avviene in Africa, in America Latina, in Asia, in Europa, in Oceania.

La strada verso la giustizia e la pace è in salita e faticosa, ma se siamo un’unica voce, se sapremo guardare oltre gli interessi nazionali e agire come un’unica umanità, riusciremo a migliorare il mondo in cui viviamo e far sì che la guerra e le ingiustizie siano solo un lontano ricordo, di cui tenere memoria per non cadere più nei medesimi errori e non compiere mai più inaudite violenze.

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Ambiente Politica

Il nucleare pulito non esiste

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Parlare di nucleare come energia verde è una scemenza, lo sappiamo da decenni.

Non lo dico io, che non sono nessuno: lo dice un ingegnere nucleare e professore emerito del Politecnico di Torino, Angelo Tartaglia, secondo cui non esiste quarta generazione, non esiste nucleare pulito o sicuro, non esiste in sostanza energia nucleare “verde”.

In Italia abbiamo scienziati, professionisti e creativi in ogni settore, di grande talento e valore: purtroppo però non diventano ministri, non gli vengono dati ruoli dirigenziali, non li invitano in televisione, non gli fanno scrivere articoli sui giornali, a meno di non essere asserviti al dio denaro, alle reti clientelari e/o mafiose, agli interessi di pochi a discapito delle comunità.

In sintesi, a meno di non aver venduto la propria anima al diavolo.

Non so se e quando il nostro Paese si risveglierà dal torpore cerebrale in cui vive: ciò che so è che dobbiamo diffondere la verità, sempre e comunque, perché ciò possa accadere quanto prima.

“La verità è sempre rivoluzionaria” A. Gramsci

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/21/nucleare-di-quarta-generazione-non-esiste-includerlo-nel-piano-green-della-ue-e-un-suicidio-il-prof-tartaglia-smonta-le-teorie-pro-atomo-non-e-ne-sicuro-ne-pulito/6432609/

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Umanesimo

Il potere è nella volontà

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Diffidate da chi vi dice che vi dovete lasciar andare, che dovete andare dove la vita vi porta.
Diffidate da chi vi dice che andrà tutto per il meglio, che comunque le cose si sistemeranno.
Diffidate da chi vi dice che siamo tutti attori, tutti con una maschera che cela il nostro vero essere.
Diffidate da chi dice che basta seguire il proprio cuore, ciò che vi fa stare bene, per essere felici.
Diffidate da chi vi dice che si nasce buoni o cattivi, stupidi o intelligenti, poveri o ricchi e che è necessario diffidare degli altri.
Scegliete la vita che volete fare e assumetevene le responsabilità.
Questo vi porterà al successo.
Impegnatevi con ogni forza per far sì che le cose vadano per il meglio e si sistemino.
Questo vi porterà al massimo bene.
Siate sinceri e credete fermamente nell’esistenza di persone vere e trasparenti.
Questo vi porterà alle vere amicizie.
Siate equanimi con tutti, date fiducia alle persone.
Questo vi porterà al vero amore.
Scoprite qual’è il vostro vero cuore, poiché si trova al di là delle paure che vi impediscono di vedere la strada verso la vostra vera realizzazione. Non scegliete seguendo la strada facile, ma quella più saggia, poiché ciò che vi sembra far star bene oggi potrebbe farvi stare male domani.
Questo vi porterà all’autentica felicità.
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Scritti e poesie

La verità

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Quando superi la paura

la mistica verità

inesorabile si manifesta.

Dario Pulcini

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Società

“Io, italiana povera, non penso che i migranti mi stiano togliendo il pane”.

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Ha solo 22 anni, Francesca Iacono, ed è una ragazza come ce ne sono tante. Anche la sua storia, raccontata in un lungo sfogo su Facebook, non è poi così inusuale.

Sorgente: Huffington post: “Io, italiana povera, non penso che i migranti mi stiano togliendo il pane”. E il post di Francesca, 22 anni, diventa virale

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Umanesimo

Divide et impera

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Cosa mi fa più dolore? Vedere i media occidentali, controllati dai poteri economici, da troppo tempo sciorinare fiumi di parole per i morti delle sole disgrazie che avvengono in questa parte del mondo o contro la gente di questa parte del mondo. E mi fa ancor più dolore vedere tanti credere che questa sia la sola realtà, quella dell’occidente buono sotto attacco e dell’oriente cattivo e barbaro da attaccare. È un modo facile per l’uomo occidentale di non sentirsi responsabile di ciò che accade, di semplificare stupidamente la complessità.
Ogni giorno muoiono persone per cause ingiuste ovunque,  ogni giorno tanti si impegnano con successo costruendo un mondo migliore, ma pochissimi media ne parlano. E sono sempre i poteri forti a creare o sostenere le cause delle ingiustizie, con la collaborazione attiva della gente comune che non si pone domande, che mira solo alla soddisfazione dei propri bisogni senza ragionare sulle conseguenze sugli altri delle proprie azioni, per piccole che siano. Basta studiare la storia per rendersi conto di ciò. Siamo noi quindi la causa primaria della situazione mondiale. Lo facciamo con la nostra stupidità, con la nostra indifferenza, esportando ignoranza e armi (solo l’Italia ha triplicato le esportazioni nell’ultimo anno), acquistando e utilizzando prodotti e servizi ottenuti con lo sfruttamento dell’ambiente e delle persone: ossia la maggior parte di ciò che vendono i centri commerciali e le grandi aziende di servizi, la maggior parte di come vengono utilizzati i soldi dei nostri conti bancari, la maggior parte di ciò che pubblicizzano sui media più utilizzati, dalla televisione a internet.
I vari regimi autoritari sono nati instillando la paura verso chi di volta in volta era comodo e facile considerare nemico, propagandando falsità al fine di giustificare la soppressione delle libertà individuali, dal lavoro ai diritti sociali e politici. “Divide et impera“. I regimi sono sempre nati nascondendo la verità, proteggendo i veri responsabili delle miserie del mondo, incolpando qualcun altro.
Senza uno spirito di fratellanza globale, non ci può essere un’umanità capace di risolvere le ingiustizie e le iniquità.
Si soffre e si muore di terrorismo, guerra, fame, indigenza, malattia in tutto il mondo e la causa è sempre la stessa: incentivare le pulsioni negative dell’essere umano, come l’avidità, l’egoismo, l’arroganza e la stupidità, piuttosto che coltivare le pulsioni positive come l’altruismo, la compassione, l’intelligenza, la solidarietà. Il vero nemico da combattere è interiore: se si conduce una vita da ipocriti, mostrandosi buoni a chiacchiere e poi lavorando per chi sfrutta ambiente e persone, se si usano due pesi e due misure per giudicare il nostro operato da quello altrui, la situazione non potrà che peggiorare. Le nostre azioni, le nostre parole e i nostri pensieri contano e costruiscono il mondo che viviamo. La visione di un’umanità divisa nasce dalla nostra mentalità illusa, incapace di vedere la verità oggettiva: l’unica realtà è che tutto è interconnesso e non esiste azione buona o malvagia che non abbia ripercussioni su tutto.
Come esseri umani, uno per uno, dobbiamo essere ogni giorno più responsabili e consapevoli, dobbiamo scegliere che mondo vogliamo e agire coerentemente; dobbiamo usare il nostro potere per far sentire con coraggio la nostra voce che grida verità e giustizia, per costruire, con le nostre forze e alleandoci saldamente, un mondo nuovo partendo dalle nostre azioni quotidiane. Dobbiamo credere che non solo sia possibile, ma immediatamente attuabile un mondo pacifico ed equo. Dobbiamo farne la nostra missione di vita. Solo così la terra può divenire un luogo migliore dove vivere. Tutti insieme. In armonia. Il futuro è distopico solo per chi smette di combattere interiormente per far vincere la vita. Perché combattere le illusioni e far emergere la verità è vivere.

“Non c’è strada che porti alla pace che non sia la pace, l’intelligenza e la verità.”

Mahatma Gandhi

“Viviamo nella paura ed è così che non viviamo.”

Siddhartha Gautama

“Chi ha bisogno di stimoli per compiere un’azione nobile, non la compirà mai.”

Kahlil Gibran

“Gli occhi della nazione fanno presto ad asservire la vita umana agli interessi di chi sta al potere, riducendo le persone a numeri o oggetti inanimati. Ma gli occhi della Vita guardano a ogni persona come a una preziosa, unica, irripetibile esistenza.”

Daisaku Ikeda

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Buddismo Umanesimo

Non giudicare

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La cattiveria e l’arroganza derivano dalle nostre esperienze, vissute con la nostra visione del mondo e quindi interpretate a nostro modo. Ognuno di noi può essere di esempio per gli altri, può spezzare le catene dell’ignoranza fondamentale, che ci fa dimenticare di essere inscindibilmente uniti l’un l’altro; ognuno può farlo mettendo in pratica una visione nuova della vita, che sappia tollerare e capire arroganza e cattiveria, non giustificandole, ma facendole evolvere in energia creativa, aiutandoci a comprendere l’illusione che si cela dietro una visione erronea della vita. Immaginare il mondo brutto e cattivo, contribuisce a far diventare il mondo brutto e cattivo. Se immaginiamo il mondo meraviglioso, non v’è dubbio che contribuiremo a costruirlo. Se vuoi amore devi essere amore. Imparare a rispettare ogni forma di vita, questo è il sacro compito fondamentale di ogni essere umano.

La pace nel mondo la si costruisce concretamente ogni qualvolta si trasforma rabbia, cattiveria e arroganza, in gioia, amore e equità.

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Scritti e poesie

Implausibile

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E quando giunge la notte
mi chiedo quante parole
ancor devo tacere
per farmi ascoltare.
Perpetuo gesti
abituati al dolore,
cucio tessuti rari
di sentimenti perlacei,
d’inequivocabili segni.
Quanto coraggio
serve per costruire
una vita?
Quanta solitudine
serve per determinare
una gioia?
Voglio svelare
gli arcani sussulti
della mia mestizia.
Soliloqui ineffabili
d’una mente inquieta,
questo ora sono.
Quando si perde
la speme leonina,
giunge l’astuzia
che m’inebria d’oscuro
e atrofizza ogni moto.
La protervia esaspera,
invadendo ogni spazio
dell’umano operare
e il bagliore del tempo
non basta a novellar
dei caduti dal perverso
solerte fato.
Nulla par rimanere,
se non la scelta caparbia
di rifiutar consapevole
che gli occhi odano
sofferenze inumane
d’umane voci.
Tutto è già pronto,
eccola la pubblica gogna
che deride gli affranti!
Per chi vive davvero
la causa umana,
solitudine e patimento
di certo non sono
bastevoli demoni
idonei a placare
l’inesauribile energia
della verità celata
tanto implausibile
da esser vera.

Dario Pulcini

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Buddismo Umanesimo

Armonia e Legge mistica

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In un mondo ingiusto esser giusti provoca grande resistenza. Un aereo riesce a volare proprio grazie alla resistenza dell’aria. Si vince una gara se ci si impegna duramente. Si ottiene gioia impegnandoci in prima persona a darne, anche a chi ci disprezza o ci ferisce, anche con chi è insensibile, noncurante, distaccato: in tal modo creiamo qualcosa di nuovo, che non c’era prima, un amore che non è reazione, ma azione. Sfidando i nostri limiti e le nostre paure, combattendo quindi contro l’attaccamento a conservare immutato ciò che è comodo, facile, abituale, quando in realtà tutto è dinamico, mutevole, migliorabile, facciamo emergere il nostro più alto valore, evolvendoci continuamente. Così possiamo essere tutto ciò che vogliamo, ottenere tutto ciò che desideriamo, procedendo spediti verso ciò che fa veramente bene a noi e agli altri.

Tutto parte dalla nostra capacità di essere felici e determinati anche di fronte alle resistenze interne (e il loro riflesso, quelle esterne) affrontandole, scoprendo dove è il giusto e dove lo sbagliato istante dopo istante. La passione ci addolora e indebolisce, l’azione responsabile e sempre più consapevole ci rafforza. Dal vocabolario Treccani: “Il termine passione si contrappone direttamente ad azione, e indica perciò la condizione di passività da parte del soggetto, che si trova sottoposto a un’azione o impressione esterna e ne subisce l’effetto sia nel fisico sia nell’animo.”

L’armonia del tutto c’è sempre e comunque, solo questo è immutabile; nulla è al di fuori dell’universo e della Legge mistica della vita, che Nichiren Daishonin (monaco giapponese fondatore del buddismo Nichiren, 1222-1282) chiama Nam-myoho-renge-kyo: è il principio naturale che regola il funzionamento della vita in tutto l’universo, la Legge essenziale alla quale tutti i Budda (cioè chiunque si sia incessantemente impegnato a manifestare la propria innata natura di Budda nella vita, la propria parte migliore, fatta di purezza, vero io, eternità, gioia) si sono illuminati e il vero aspetto di ogni singola esistenza, di tutti i fenomeni.

L’universo è quindi sempre in perfetto equilibrio dinamico, poiché in sé ogni cosa contiene le energie per manifestare la sua vera natura. Ogni persona quindi, a prescindere dalla propria condizione o situazione personale, può scegliere caparbiamente di impegnarsi a superare i propri limiti e manifestare il proprio massimo potenziale. I limiti sono necessari proprio per accrescere la nostra forza: senza le resistenze, senza le difficoltà, la vita non avrebbe l’opportunità di creativamente evolversi in meglio (poiché non ci sarebbe nessun “peggio” da superare).

Qual’è l’atteggiamento interiore corretto da assumere quindi nella vita? Secondo il mio punto di vista la tendenza all’evoluzione e al miglioramento, insita nella natura di ogni cosa, non la si manifesta sempre scegliendo la strada più facile, il percorso che offre meno resistenza, bensì scegliendo il percorso migliore, migliorandosi quindi nella capacità di scegliere. Sbagliando e correggendosi. Non è il percorso più facile, quello con meno conflittualità, quello con meno resistenza, che ci porta a dare il meglio di noi, quello che ci porta ad essere felici. Nella crescita individuale, nella ricerca costante di consapevolezza, dobbiamo sfidare i nostri limiti, i nostri timori, sradicare le illusioni, per manifestare creativamente la nostra migliore natura, facendo emergere in noi la gioia di vivere.

E più diveniamo consapevoli grazie alla coscienza che anche la nostra vita è Nam-myoho-renge-kyo, più ci risvegliamo alla nostra natura di Budda, più permeiamo la nostra vita dello stato vitale più elevato, quello che nel buddismo si chiama “buddità”, più sarà facile effettuare la scelta migliore. Come dice Leonardo Da Vinci: “Raro cade chi ben cammina“.

La buddità migliora ciò che siamo: è la forza vitale che illumina ogni altro stato vitale, insita in ogni altro stato vitale; più ci impegnamo a farla emergere, più il nostro altruismo aumenta e la ricerca di felicità individuale e collettiva si fondono come unico obiettivo della vita.

Tutta l’umanità di oggi, seppure piena di conflitti e sofferenza, ha un grande faro per illuminare il proprio futuro, il buddismo di Nichiren Daishonin.

La diffusione della conoscenza della pratica della recitazione di Nam-myoho-renge-kyo di fronte all’oggetto di culto iscritto da Nichiren Daishonin, il Gohonzon, portata avanti dal 1930 dalla Soka Gakkai (la più grande associazione laica internazionale che propaga gli insegnamenti del buddismo Nichiren) è per me la miglior soluzione per ottenere una pace mondiale vera e duratura, coerentemente a ciò che sostiene lo stesso Nichiren Daishonin. Questo processo di risveglio dell’umanità  viene chiamato da Nichiren Daishonin “Kosen-rufu”, la pace omnicomprensiva, ottenuta attraverso un radicale cambiamento nel cuore delle persone grazie alla diffusa adozione di valori umanistici quali – prima di ogni altro – l’assoluto rispetto per la dignità della vita.

Dal sito dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai: “Kosen-rufu non è un obiettivo finale, un capolinea: la sua essenza è tutta contenuta nel processo e nelle azioni finalizzate alla sua realizzazione, e non implica la fine di tutti i conflitti e delle contraddizioni della società. Piuttosto, si può pensare a kosen-rufu come alla costruzione di un mondo in cui un profondo e diffuso rispetto per la vita sia la base per affrontare e risolvere in modo pacifico e creativo tutti i conflitti. Inoltre, non è un tempo da attendere passivamente, ma una condizione che si può cominciare a realizzare proprio ora, nelle nostre comunità.

Ogni uomo può e deve impegnarsi a trovare percorsi comuni di pace e armonia con gli altri esseri, perché si realizzino innanzitutto nella comunità in cui vive. E questo percorso parte dall’assumersi completamente la responsabilità delle proprie scelte, superando le paure delle sofferenze passate, attraverso la propria “rivoluzione umana”, imparando a scegliere sempre meglio, imparando a distinguere autonomamente ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

Dal sito dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai: “La rivoluzione umana è il lavoro di trasformazione della nostra vita a partire dalla sua essenza più profonda. Significa individuare e affrontare tutto ciò che inibisce la piena espressione del nostro potenziale positivo e della nostra umanità. Il Buddismo di Nichiren si basa sulla convinzione che ogni individuo possiede uno stato vitale puro, positivo e illuminato. Questo stato vitale di “Buddità” è caratterizzato da qualità come la compassione, la saggezza e il coraggio che ci consentono di creare valore a partire da qualunque situazione. Nichiren capì che il processo più profondo di cambiamento e purificazione avviene quando facciamo emergere questo stato vitale e insegnò la pratica della recitazione di Nam-myoho-renge-kyo come strumento diretto e immediato per accedervi e sperimentarlo. 
La natura di Budda si esprime in modi concreti. Innanzitutto, acquisiamo un profondo senso della dignità umana e la convinzione che la nostra vita è dotata di potenzialità illimitate. In secondo luogo, sviluppiamo la saggezza per capire che ciò che prima ci sembrava impossibile, in realtà è possibile. Terzo, sviluppiamo una forte vitalità che ci consente di affrontare i problemi con una sensazione di liberazione interiore. Perciò siamo in grado di fare la nostra rivoluzione umana, cercando di migliorare il nostro “io” giorno per giorno e far sì che l'”io” di domani sia sempre migliore di quello di oggi.”

È una grande, grandissima fortuna per me fare parte di questo percorso, ne vado fiero: è qualcosa che mi riempie il cuore di gioia e gratitudine più d’ogni altra cosa, che rende in grado di farmi apprezzare ogni altra cosa.

È indubbiamente ciò che dà valore alla mia vita e che mi fa dare sommo valore a quella di ogni altro essere.

È la vera felicità.

Ringrazio i miei genitori, il loro amore mi ha fatto nascere e crescere: senza essere nato non mi sarebbe possibile esprimere questa grande gioia.

Ringrazio Nichiren Daishonin, per aver istituito la pratica di Nam-myoho-renge-kyo e aver iscritto il Gohonzon, per aver creato quindi un potentissimo strumento di resilienza individuale a disposizione di tutta l’umanità in grado di rendere ogni persona veramente felice.

Ringrazio il mio mentore, Daisaku Ikeda (il presidente della Soka Gakkai), che avrà la mia eterna riconoscenza e gratitudine, poiché mi ha permesso di conoscere il buddismo di Nichiren Daishonin e che ogni giorno, con i suoi scritti e il suo esempio di essere umano, mi mostra il giusto atteggiamento per vivere al meglio. Mi impegno a proseguire il suo instancabile lavoro di diffusione della Legge mistica nel mondo.

Ringrazio Irene Menichetti, che mi ha fatto conoscere la pratica del buddismo di Nichiren Daishonin: ha per questo la mia eterna riconoscenza e gratitudine, sono certo che la sua sarà una vita ogni giorno più felice e realizzata, ha tutto il mio sostegno perché ciò accada rapidamente.

Ringrazio tutti i membri dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai: auguro per ognuno la massima felicità e mi impegno ad essere di sostegno alla felicità di tutti.

Ringrazio tutti gli amici e le amiche, tutte le persone che ho conosciuto, tutta l’umanità, tutti gli esseri viventi e non viventi, in definitiva tutto l’universo: senza tutto questo non sarei ciò che sono e non potrei quindi sperimentare una gioia tanto grande.

Auguro ad ogni essere la massima felicità e realizzazione e mi impegno a sostenerla dedicando la mia vita a questo: non c’è gioia più grande.

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Umanesimo

Non esiste nessun re se nessuno vuole fare il suddito

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Non esiste nessun re se nessuno vuole fare il suddito. Ma vivere da uomini liberi comporta responsabilità, molto più facile vivere da sudditi, anche se ciò non rende veramente felici. È la paura della responsabilità che porta una persona a vivere nella prigione che ha, con le proprie stesse mani, costruito. Avere proprie idee, vestire, abitare, muoversi, vivere come si vuole, fare ciò che veramente piace, comporta il dare il giusto peso al giudizio degli altri. Se si sceglie la sudditanza non si può che scegliere tutto in maniera tale da non sentirsi giudicato, quindi ci si omologa alla massa, alla superficialità degli accessori propinati dalle pubblicità delle grandi ditte multinazionali, per non rischiare di sbagliare, per non rischiare di essere “fuori moda”. Eppure è proprio dagli errori, dall’osare e dal rischiare in prima persona, che l’essere umano ha compiuto le più grandi scoperte ed è riuscito a creare qualcosa di nuovo, qualcosa che ha determinato un progresso per sé e per gli altri. E è proprio dallo svelare i propri talenti, sbagliando e provando di nuovo per tutta l’esistenza, che si impara ad amare la vita pienamente, a provare gioia per il solo fatto di esistere. Una migliore umanità può esistere solo se ognuno si impegna coraggiosamente ad essere libero ed indipendente, senza però negare o rifiutare l’oggettiva connessione con tutto ciò che è vita, senza mai negare l’immenso potenziale che ogni persona possiede, senza mai negare il dialogo. Perché senza dare la giusta importanza alla relazione non ci si può sviluppare pienamente, poiché nulla nasce dal niente. È dalla qualità delle relazioni con tutto ciò che ci circonda, dalla sincerità con cui ci rapportiamo con tutto, che può risplendere la nostra unicità, il nostro più vero e profondo valore. Non importa quante volte rimarremo feriti, delusi, quante volte saremo derisi, quante volte feriremo, deluderemo, deridremo, nel nostro quotidiano impegno a migliorarci: non esite gioia più grande dell’essere ciò che si è, nel dire sinceramente ciò che si pensa, senza alcuna vergogna, imparando a chiedere scusa e a ringraziare, impegnandosi a sviluppare le nostre virtù uniche e inimtabili e sostenendo gli altri affinché facciano altrettanto. L’unità nella diversità è l’unica realtà in cui è possibile essere felici. L’essere è sempre immensamente più grande dell’avere. Ma ci vuole coraggio. La vera felicità, quindi la consapevolezza di cosa è realmente la vita, non può essere compresa e ottenuta se si ha continuamente paura di vivere: e chiudersi all’altro è la massima espressione della propria arroganza, che altro non è che paura di vivere. Noi siamo tutto e tutto è noi. Se non si ha la piena consapevolezza di ciò non si può vivere da uomini liberi, tantomeno da uomini felici.

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Politica Umanesimo

Sacco e Vanzetti

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Il 23 agosto 1927 vennero giustiziati sulla sedia elettrica a Charleston (USA) Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Furono accusati di omicidio, ma la condanna fu fortemente influenzata dal fatto che essi furono immigranti italiani e anarchici.  Nel 1977, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis, ammise gli errori commessi nel processo, avviando la riabilitazione della loro memoria.
Questa è l’ultima commovente lettera scritta da Nicola Sacco al figlio Dante, un eterno esempio di dignità umana.

“Mio carissimo figlio e compagno,  sin dal giorno che ti vidi per l’ultima volta ho sempre avuto idea di scriverti questa lettera: ma la durata del mio digiuno e il pensiero di non potermi esprimere come era mio desiderio, mi hanno fatto attendere fino ad oggi. Non avrei mai pensato che il nostro inseparabile amore potesse così tragicamente finire!
Ma questi sette anni di dolore mi dicono che ciò è stato reso possibile. Però questa nostra separazione forzata non ha cambiato di un atomo il nostro affetto che rimane più saldo e più vivo che mai. Anzi, se ciò è possibile, si è ingigantito ancor più. Molto abbiamo sofferto durante il nostro lungo calvario.
Noi protestiamo oggi, come protestammo ieri e protesteremo sempre per la nostra libertà. Se cessai il mio sciopero della fame, lo feci perchè in me non era rimasta ormai alcuna ombra di vita ed io scelsi quella forma di protesta per reclamare la vita e non la morte, il mio sacrificio era animato dal desiderio vivissimo che vi era in me, per ritornare a stringere tra le mie braccia la tua piccola cara sorellina Ines, tua madre, te e tutti i miei cari amici e compagni di vita, non di morte. Perciò, figlio, la vita di oggi torna calma e tranquilla a rianimare il mio povero corpo, se pure lo spirito rimane senza orizzonte e sempre sperduto tra tetre, nere visioni di morte. Ricordati anche di ciò figlio mio. Non dimenticarti giammai, Dante, ogni qualvolta nella vita sarai felice, di non essere egoista: dividi sempre le tue gioie con quelli più infelici, più poveri e più deboli di te e non essere mai sordo verso coloro che domandano soccorso. Aiuta i perseguitati e le vittime perchè essi saranno i tuoi migliori amici, essi sono i compagni che lottano e cadono, come tuo padre e Bartolomeo lottarono e oggi cadono per aver reclamati felicità e libertà per tutte le povere cenciose folle del lavoro. In questa lotta per la vita tu troverai gioia e soddisfazione e sarai amato dai tuoi simili. Continuamente pensavo a te, Dante mio, nei tristi giorni trascorsi nella cella di morte, il canto, le tenere voci dei bimbi che giungevano fino a me dal vicino giardino di giuoco ove vi era la vita e la gioia spensierata – a soli pochi passi di distanza dalle mura che serrano in una atroce agonia tre anime in pena! Tutto ciò mi faceva pensare a te e ad Ines insistentemente, e vi desideravo tanto, oh, tanto, figli miei! Ma poi pensai che fu meglio che tu non fossi venuto a vedermi in quei giorni, perché nella cella di morte ti saresti trovato al cospetto del quadro spaventoso di tre uomini in agonia, in attesa di essere uccisi, e tale tragica visione non so quale effetto avrebbe potuto produrre nella tua mente, e quale influenza avrebbe potuto avere nel futuro. D’altra parte, se tu non fossi un ragazzo troppo sensibile una tale visione avrebbe potuto esserti utile in un futuro domani, quando tu avresti potuto ricordarla per dire al mondo tutta la vergogna di questo secolo che è racchiusa in questa crudele forma di persecuzione e di morte infame. Si, Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come già fanno da sette anni: ma essi non potranno mai distruggere le nostre Idee che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire. Dante, per una volta ancora ti esorto ad essere buono ed amare con tutto il tuo affetto tua madre in questi tristi giorni: ed io sono sicuro che con tutte le tue cure e tutto il tuo affetto ella si sentirà meno infelice. E non dimenticare di conservare un poco del tuo amore per me, figlio, perchè io ti amo tanto, tanto… I migliori miei fraterni saluti per tutti i buoni amici e compagni, baci affettuosi per la piccola Ines e per la mamma, e a te un abbraccio di cuore dal tuo padre e compagno.”
Nicola Sacco

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Un paese iniquo

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In Italia non esiste equità, è questo il vero problema, di questo si deve urgentemente occupare la politica. L’Ocse, nel suo rapporto sulle disuguaglianze, calcola che l’1% più benestante della popolazione della Penisola detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta, il triplo rispetto al 40% più povero, che detiene solo il 4,9 per cento degli attivi totali. La crisi ha inoltre accentuato le differenze, dato che la perdita di reddito disponibile tra il 2007 e il 2011 è stata del 4% per il 10% più povero della popolazione e solo dell’1% per il 10% più ricco. Il 20% più ricco detiene infatti il 61,6% della ricchezza e il 20% appena al di sotto il 20,9%. Il restante 60% si deve accontentare del 17,4% della ricchezza nazionale, di cui appena lo 0,4% per il 20% più povero. Il 5% più ricco della popolazione, detiene il 32,1% della ricchezza nazionale netta, ovvero oltre la metà di quanto detenuto del primo quintile, e di questa quasi la metà è in mano all’1% più ricco.

Insomma il 60% degli italiani si trova a dividersi le briciole (il 17% della ricchezza). La soluzione a tutta questa ingiustizia è già prevista nell’art. 53 della Costituzione Italiana, il quale statuisce:

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Un governo decente dovrebbe immediatamente attenersi a quanto previsto dalla Costituzione, combattendo l’evasione fiscale pari a 180 miliardi l’anno (perché tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche) e rendendo il sistema tributario realmente progressivo, cambiando gli scaglioni IRPEF da 5 a 100, portando l’aliquota a zero per redditi fino a 20.000 euro, eliminando tutte le altre tasse e i privilegi. In tal modo lo Stato potrebbe garantire immediatamente salute, istruzione, lavoro, casa, trasporti, tutela dell’ambiente, accesso all’informazione e giustizia, per tutti gratuitamente.

Siccome però i partiti (escluso solo il Movimento 5 Stelle) sono finanziati proprio dalle persone più ricche, come spiega bene l’approfondimento di Open Polis “Sotto il materasso”, non voteranno mai provvedimenti tesi alla redistribuzione del reddito, benché sancito dalla nostra Costituzione.

Per fortuna ci sono ben tre modi con cui la gente comune può modificare tale situazione:

votare diversamente (e andare a votare, soprattutto, poiché è da stupidi non usufruire di un diritto) o candidarsi in prima persona (perché in Italia si ha il diritto dell’elettorato attivo e passivo, non dimentichiamolo), mantenendo saldi i principi di onestà e di equità.

– non cooperare più con la fascia più ricca, cioè non cooperare più con il male. Un re senza sudditi non è più un re, un ricco senza poveri da sfruttare non è più ricco. In sostanza bisogna rifiutarsi di lavorare e non acquistare prodotti o servizi  da chi sfrutta le persone e l’ambiente.

– costruire una comunità solidale, in cui vi è unità nella diversità, partendo dal proprio territorio. La ricchezza non sono i soldi, ma ciò che sappiamo fare, i soldi sono solo un mezzo di scambio. Se ricostruiamo rapporti sociali di mutuo aiuto partendo dal territorio dove viviamo, se basiamo la nostra esistenza sulla solidarietà reciproca, possiamo star certi di non vivere più con la paura della povertà e di contribuire quindi alla costruzione di una società più umana.

Essere umani significa darsi una mano l’un l’altro, stringersi in un fraterno abbraccio di fronte alle difficoltà della vita. Chi sostiene il contrario o è un illuso o mente per convenienza personale.

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Società Umanesimo

Nel paese della bugia la verità è una malattia

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Il titolo dell’articolo è un noto aforisma di Gianni Rodari. Purtroppo noi viviamo nel paese della bugia, forse anche nel mondo della bugia, dove le frottole viaggiano più degli aeroplani. Ma a cosa servono le bugie? Le bugie servono a raccontare un fatto invece di un altro: se percepite come verità (la qual cosa avviene soprattutto se ripetute spesso e da molti) le bugie hanno il potere di stravolgere la realtà, di non permettere una comprensione corretta di ciò che accade. E, alla fine, producono ignoranza: se ripetute da mezzi di informazione di massa portano addirittura all’instaurarsi di una cultura dominante basata sull’ignoranza. Ma non è sufficiente la bugia per irretire le menti delle persone: perché ciò avvenga è necessario instillare, attraverso le bugie, paura, molta paura. Paura del giudizio degli altri, paura di non farcela, paura di perdere, paura della solitudine, paura di vivere, paura di morire, paura di ammalarsi, paura di invecchiare, paura di amare, paura di esprimersi, paura di cadere in povertà. L’essere umano, se immerso nelle sue paure, diventa egoista, terribilmente egoista.

La verità è insita in ogni istante, ma la si può percepire però solo se in grado di emanciparsi dalla paura. Dall’emancipazione dalla paura sorge la ricerca della verità. La ricerca della verità porta a dialogare con gli altri, a mettersi in discussione, a capire, ad ascoltare, a condividere. Porta quindi un essere umano a divenire più altruista.

L’altruismo è più difficile da praticare dell’egoismo, perché sposta il baricentro della propria attenzione (e quindi il punto di equilibrio mentale) dal singolo alla moltitudine. Anche se ciò all’inizio può sembrare sconcertante, soprattutto perché in tal modo si è esposti maggiormente ai soprusi e agli inganni dell’altro, nel tempo l’altruismo porta ad individui dal carattere forte e allo stesso tempo sensibili, empatici, capaci d’amare: ciò avviene perché dal continuo confronto con l’altro sorgono, nella condivisione, la solidarietà e, nella diversità, un’occasione di crescita ed evoluzione.

Se vogliamo un’umanità migliore, dobbiamo partire dall’insegnare ai bambini a non dire bugie, a non credere alle bugie, a riconoscerle, a smascherarle. E, per fare ciò, non dobbiamo innanzitutto dirne loro. E per non dirne loro dobbiamo emanciparci dalla paura.

Se ancora non siete convinti e pensate ancora che qualche bugia ogni tanto possa essere giustificata, dovete sapere che l’etimologia della parola “bugia” viene dal dialetto tedesco dalla parola “bausa”: significa cattiveria.

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Culture Scritti e poesie Umanesimo

Poesia della grandezze – estratti – Walt Whitman

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[…]
Grande la libertà! Grande l’uguaglianza! Sono un loro seguace,
Nocchieri delle nazioni, scegliete la vostra barca! Dove voi
veleggerete, io veleggerò!
Vostro è il potere di vita e morte, vostra è la scienza perfetta, in voi
ripongo una fede assoluta.
Grande è l’oggi, e bello,
È bello vivere in questa età, non c’è mai stato momento migliore.
Grandi sono i rischi, gli spasmi, i trionfi, i cedimenti della
democrazia,
Grandi i riformatori, fra fallimenti e urla,
Grande l’audacia e l’impeto dei naviganti per nuove esplorazioni.
Grandi siamo tu e io,
Siamo come i più vecchi e i più giovani,
Ciò che ha fatto il migliore o il peggiore, lo potremo fare anche noi,
Ciò che hanno provato, non lo abbiamo forse provato anche noi?
Ciò che hanno voluto, non lo vogliamo forse anche noi?
Grande la giovinezza, ma grande anche la vecchiaia – grandi il giorno
e la notte,
Grande è la ricchezza, grande la povertà, grande l’espressione, grande
il silenzio.
Giovinezza, sconfinata vigorosa appassionata – giovinezza, piena di
grazia, forza, fascino,
Sai che la vecchiaia può venire per te, con pari grazia, forza,
fascino?
Giorno, sbocciato e splendente – giorno di sole immenso, di azione,
ambizione, risa,
La notte segue da vicino, con milioni di astri, e sonno e tenebre
ristoratrici.
Ricchezza, a piene mani, abiti raffinati, ospitalità,
E poi ricchezza dell’animo, che è candore, conoscenza, orgoglio,
amore avvolgente;
(Chi cerca uomini e donne che ostengono che la povertà è più
sontuosa della ricchezza?)
Espressione della parola! In ciò che è scritto o detto, non dimenticare
che anche il silenzio è espressivo,
Che l’angoscia più bruciante, che il disprezzo più glaciale, possono
essere senza parole,
Che la vera adorazione è anch’essa senza parole, e senza genuflessioni.
[…]
Grande è la terra, e come è diventata ciò che è,
Tu credi che si sia fermata qui? Che abbia smesso di crescere?
Devi allora capire che da qui riprenderà il cammino, fatto da quando
giaceva coperta di acque e di gas.
Grande, nell’uomo, è il valore della verità,
Che lo sostiene fra tanti cambiamenti ed
È insita nell’uomo – che ne è innamorato, l’uomo e la verità non si
lasciano mai.
La verità nell’uomo non è una massima, ma è parte vitale come la vista,
Lì dove c’è un’anima, lì è la verità – dove c’è un uomo o una donna, lì
è la verità – dove c’è uno spazio fisico o morale, lì è la verità,
Se c’è volontà o equilibrio, lì è la verità – qualunque cosa vi sia sulla
terra, lì è la verità.
O verità della terra! O verità delle cose! Sono pronto a percorrere tutta
la strada verso di te,
A sondare la tua voce! Dietro di te io scalo montagne o mi tuffo nel
mare.
Grande il linguaggio – è la scienza più potente,
È pienezza, colore, forma, e diversità della terra, degli uomini, delle
donne e di tutte le categorie e le opere in corso,
È più grande della ricchezza – è più grande di palazzi, navi, religioni,
dipinti, musica.
[…]
Il nuovo ordine deve governare come governa lo spirito e come
governano amore, giustizia e equità d’animo.
Grande è la legge – grandi sono i pochi fondamentali punti chiave
della legge,
Sono immutabili nel tempo, e non devono essere travisati.
[…]
Grande è la giustizia!
La giustizia non è stabilita da legislatori e leggi – è nell’anima,
Non può essere modificata da statuti, come non lo possono essere
amore, orgoglio, forza di gravità,
È immutabile – non dipende dalle maggioranze – da maggioranze o da
quant’altro alla fine giunge di fronte allo stesso tribunale,
impassibile e rigoroso.
Perché la giustizia è per natura quella dei grandi avvocati e dei giudici
perfetti, è insita nelle loro anime,
È ben dotata – non per niente hanno studiato – il grande include il
piccolo,
Decidono sugli argomenti più importanti, sovrintendono a tutto,
epoche, Stati, amministrazioni.
Il giudice perfetto di nulla ha paura, potrebbe stare faccia a faccia
davanti a Dio,
Alla presenza del giudice perfetto tutto deve farsi da parte – vita e morte
devono farsi da parte – paradiso e inferno devono farsi da parte.
Grande è la bontà!
Non so che sia, più di quanto non sappia cosa sia la salute, ma so che è grande.
Grande è la malvagità – spesso mi scopro ad ammirarla quanto
ammiro la bontà,
Ti sembra un paradosso? Lo è di certo.
L’eterno equilibrio delle cose è grande, e l’eterno capovolgimento
delle cose è grande,
E questo è un altro paradosso.
Grande è la vita, concreta e mistica, ovunque e per chiunque,
Grande è la morte – certo, come la vita tiene tutto insieme, così la
morte tiene tutto insieme,
La morte ha tanto valore quanto ne ha la vita,
Tu godi di ciò che offre la vita? Dovresti godere di ciò che offre la
morte,
E io non afferro le realtà della morte, ma so che sono grandi,
E io, se non afferro la più piccola realtà della vita – come posso,
allora, comprendere le realtà della morte?

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Politica Società

La verità è sempre rivoluzionaria

Tempo di lettura: < 1 minutiUno degli interventi di Beppe Grillo, del 10 luglio 2013, durante la conferenza stampa al Senato, in risposta allo solita domanda dei media mainstream, con il solito intento di colpevolizzare l’M5S dell’attuale drammatica situazione sociale, economia e politica: “Ma se aveste fatto altro sarebbe potuta andare meglio?”. Perfetta la risposta di Beppe.