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Diritto Politica Umanesimo

Siamo tutti fratelli: agiamo per un mondo di pace, giusto e sostenibile

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Le persone ucraine e le persone russe sono tutte mie sorelle e fratelli. E lo sono anche tutti gli altri cittadini del mondo, dell’est, dell’ovest, del nord e del sud.

Tutte le religioni del mondo nascono per portare la pace nel cuore degli uomini: io sono buddista e credo che tutti noi credenti, di qualsiasi religione, dobbiamo unirci per scongiurare la guerra e portare pace, fratellanza, amore, giustizia, verità. Chiunque crede nei valori della pace, della verità e della giustizia, deve agire in spirito di fratellanza, ora più che mai, anche se non crede in alcuna religione. È nello spirito degli esseri umani sentirsi fratelli e sorelle, parte di un’unica grande famiglia umana. È chiaramente impresso nelle Costituzioni di tutti i paesi e nei trattati internazionali sui diritti fondamentali, civili e politici questo spirito di unione di tutti gli esseri umani.

La guerra avviata da Putin e la gestione del conflitto da parte di Zelensky con l’appoggio di gruppi neonazisti addestrati dal governo USA, sono entrambi atti criminali.

Il Governo degli Stati Uniti, solo per fare un esempio, ha bombardato l’Iraq con la scusa delle armi di distruzione di massa, che non sono state trovate. La guerra ha distrutto, ucciso, devastato. Non ci sono stati né vincitori né vinti, ma solo morte e dolore, come in tutte le guerre.

Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina (qualsiasi guerra per me è criminale e un fallimento dell’umanità) per fatti reali: in Ucraina ci sono frange neonaziste al potere, addirittura nell’esercito regolare, armate fino ai denti, addestrate dagli USA; in Ucraina ci sono territori maggiormente legati culturalmente e storicamente alla Russia, che da anni vivono nel terrore per le continue rappresaglie dell’esercito ucraino e russo in un coflitto civile che in pochi anni ha prodotto oltre 14.000 morti, in particolare vivono le torture e gli omicidi perpetrati dai battaglioni neonazisti ucraini: diversi report internazionali (OSCE, UNHCR) parlano di vera e propria pulizia etnica, di torture, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni. La NATO si è espansa nei paesi dell’est Europa, contravvenendo agli accordi e alle dichiarazioni internazionali e in questi anni ha continuato a riempire i suoi arsenali in Europa. La NATO dovrebbe essere sciolta e dovrebbero essere processati i responsabili che si sono macchiati di crimini inauditi nelle guerre degli ultimi decenni.

Questa guerra, che continua come tutte le guerre ad essere ingiustificabile, anche di fronte ai fatti che ho descritto, è di certo stata voluta da Putin, che ne è responsabile di fronte all’umanità intera, ma il consesso istituzionale internazionale occidentale, invece di dialogare, ha scientemente agito per acuire le controversie, invece che sedarle, per arrivare allo scontro.

L’unica via d’uscita per salvaguardare le persone è una proposta seria di neutralità militare dell’Ucraina e la tutela vera delle minoranze e della democrazia: molto lontana oggi, visto che Zelensky continua a gettare benzina sul fuoco chiedendo a giorni alterni l’intervento della NATO e dei paesi UE, ottenendo armi e pagando mercenari provenienti da qualsiasi parte del globo per proseguire non una lotta di liberazione, visto che è inserito nella Costituzione Ucraina dal 2019 l’entrata nella NATO, ma una carneficina insensata. Gli Stati e le nazioni non esistono nella realtà: sono invenzioni umane. Esistone le culture, le tradizioni, le usanze, dei diversi popoli e vanno rispettate, per questo va creato un dialogo costruttivo tra tutte le comunità, ma i confini sono solo sulla carta: ad ogni confine, piccolo o grande che sia, da città a città, da regione a regione, da nazione a nazione, in tutto il globo, le genti e le culture si mescolano e danno vita a quella meravigliosa diversità umana che è sotto i nostri occhi tutti i giorni.

Zelensky invece continua a far morire i suoi cittadini vittime della sua continua propaganda nazionalista, disinteressandosi completamente delle persone comuni che stanno soffrendo ogni giorno e di come porre fine subito a questa guerra, per obbedire ai suoi partners occidentali. I battaglioni neonazisti ucraini sono stati armati e addestrati dagli USA proprio per destabilizzare la Russia e acuire il conflitto. È il loro piano dichiarato da anni, basta leggersi i documenti della Rand Corporation, sono online sul loro sito internet.

Putin continuerà a bombardare criminalmente l’Ucraina sino a che Zelensky non dichiarerà seriamente di volersi sedere al tavolo dei negoziati e portare una seria proposta di neutralità militare dell’Ucraina e il rispetto delle minoranze.

Il governo e il parlamento italiani, completamente proni agli Stati Uniti, hanno deciso di far diventare la nostra Nazione parte del conflitto, inviando armi anche contro la volontà popolare. Questo fatto è di una gravità inaudita e come popolo dobbiamo affermare con ogni mezzo la nostra contrarietà alla corsa agli armamenti e all’invio di armi: le armi servono innanzitutto per uccidere, più che per difendersi. Ovunque nel mondo. Riflettete bene: se non ci fossero armi nel Pianeta non sarebbero possibili gli eccidi in pochi secondi che vediamo ogni giorno in diverse parti del globo, con bombe sempre più potenti. Negli USA, per fare un esempio, per via della possibilità di possedere armi leggere da parte di qualsiasi cittadino maggiorenne, muoiono 40.000 persone ogni anno. Si sparano pensando di essere in un videogioco, ma poi muoiono per davvero: perdonate il sarcasmo, ma molti di loro purtroppo sono giovani, vittime della propaganda guerrafondaia e violenta di chi commercia le armi.

L’Unione Europea, invece che essere portatrice di dialogo, invia un miliardo di euro di armi all’Ucraina, dimostrando che gli interessi UE in Ucraina non sono per le persone comuni, ma per le risorse che l’Ucraina possiede. Perché se vuoi tutelare le persone comuni mandi aiuti umanitari, non armi. Chiedi un tavolo di negoziati immediato, non criminalizzi l’avversario.

La Cina è l’unica grande potenza che sostiene il dialogo come unica arma di risoluzione delle controversie sin dall’inizio. I mezzi d’informazione, in maniera criminale, dicono che la Cina sostiene la guerra russa, aizzati dalle dichiarazioni dei governanti statunitensi, gettando ulteriore benzina sul fuoco, sempre e solo per mentire ai popoli mascherandosi dietro ad un falso patriottismo.

In tutto ciò gli unici che ci stanno guadagnando e che probabilmente hanno agito perché tutto ciò accadesse, sono i diversi ricchi di qualsiasi Nazione, proprietari di industrie belliche e di banche: per loro la vendita di armi e la ricostruzione sono affari da non perdere, non hanno alcun interesse verso le persone comuni, si stanno follemente sfregando le mani di fronte a questo nuovo conflitto.

Dobbiamo interrompere questa spirale di violenza il prima possibile: per farlo è necessario che le persone comuni prendano coscienza e decidano di alzare la testa ed esprimere il proprio dissenso, che comincino ad aprire gli occhi e a dire la verità. È necessario costruire ponti di solidarietà tra le Nazioni, tra tutte le Nazioni, per scongiuare un ennesimo conflitto mondiale, che può portare solo disperazione, sofferenza, povertà. Visto che i governanti non vogliono farlo, perseguendo non l’interesse dei loro popoli, ma il lucro dei ricchi oligarchi che pagano le loro campagne elettorali con cui truffano la gente, siamo noi che dobbiamo agire in tal senso.

Chiediamo di discutere una proposta all’ONU per l’immediato cessate il fuoco e la neutralità militare dell’Ucraina, senza basi o milizie straniere nel Paese, garantendo la libertà e la sicurezza del popolo ucraino e avviando rapidamente la ricostruzione.

Chiediamo di discutere una proposta all’ONU di un piano disarmo generale di tutte le nazioni, partendo dall’eliminazione delle testate nucleari e di investire i fondi così risparmiati per la mitigazione dei cambiamenti climatici e per una vera rivoluzione mondiale verso la sostenibilità ambientale e sociale.

Chiediamo di togliere il diritto di veto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU a USA, Russia, Cina, Regno Unito, Francia, di modo che l’ONU possa avere il potere di dirimere tutti i conflitti con il dialogo e non con le armi.

Chiediamo ai paesi UE di uscire dalla NATO e di eliminare gli stanziamenti per nuovi armamenti, riducendone anzi gli investimenti: la pace non si fa con le armi.

Chiediamo che tutti i criminali di guerra dell’ultimo secolo vengano processati, a partire dai governanti e dagli oligarchi che hanno avviato conflitti nel globo dopo la seconda guerra mondiale, compiendo veri e propri eccidi e portando interi paesi nell’instabilità e nella povertà, come avvenuto e in alcuni casi purtroppo ancora avviene in Africa, in America Latina, in Asia, in Europa, in Oceania.

La strada verso la giustizia e la pace è in salita e faticosa, ma se siamo un’unica voce, se sapremo guardare oltre gli interessi nazionali e agire come un’unica umanità, riusciremo a migliorare il mondo in cui viviamo e far sì che la guerra e le ingiustizie siano solo un lontano ricordo, di cui tenere memoria per non cadere più nei medesimi errori e non compiere mai più inaudite violenze.

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Politica Umanesimo

La guerra in Ucraina potrebbe finire oggi: ecco come

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È ora di rompere il muro di silenzio e finirla con l’ipocrisia: per portare immediatamente la pace basterebbe il sostegno dei governi europei alla richiesta russa di neutralità militare dell’Ucraina e l’avvio di una seria campagna internazionale per il disarmo, innanzitutto aderendo al Trattato Internazionale per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), ottenuto grazie agli sforzi della società civile in tutto il globo. Le armi nucleari sono il pericolo più grande, quotidiano e costante per la sopravvivenza della vita sulla Terra.

Il trattato è entrato in vigore il 22 gennaio 2021 e è stato sottoscritto ad oggi da 89 paesi nel mondo: gli unici paesi europei ad aver aderito sono stati l’Austria, l’Irlanda, Malta, San Marino.

I governi europei, con grande cecità e fregandosene di ciò che pensano i cittadini, inviano armi in Ucraina e pianificano il riarmo dei propri arsenali, che è come gettare benzina sul fuoco: il paradosso è che, tanto per fare un esempio, quello che viene mostrato come il “cattivo governo cinese” invece invia aiuti umanitari in Ucraina e cerca in ogni modo il dialogo.

È evidente che vi siano interessi altri in questa guerra, che vengono nascosti dietro la dicotomia “Russia cattiva-Ucraina buona”, per ingenerare la polarizzazione nell’opinione pubblica, discriminazioni, violenze, morte e distruzione.

Questa mistificazione della realtà sta anche ingenerando la distrazione della gente dalla reale causa che genera queste e altre atrocità: il sistema economico liberista basato sull’avidità sfrenata di pochi ricchi a danno di tutti gli altri esseri umani. Un sistema predatorio, iniquo, insostenibile, anacronistico. Eppure le alternative praticabili già ci sono e già milioni di persone in tutto il mondo stanno generando un nuovo modello economico sostenibile, equo, giusto.

Sono due secoli che l’oligarchia economica mondiale uccide, tortura, massacra, diffama chiunque contrasti il mantra del libero mercato: è ora di finirla, il fallimento di questo sistema è sotto gli occhi di tutti, basta aprirli.

In Africa negli ultimi 20 anni sono morti oltre 5 milioni di bambini sotto i 5 anni a causa dei conflitti (mi viene da piangere solo al pensiero) nel silenzio generale dei media italiani, nell’inerzia delle organizzazioni internazionali: i governi occidentali armano gli africani per destabilizzare il continente, di modo da garantire alle imprese multinazionali (non certo ai popoli) materie prime a basso costo.

L’inquinamento causato dal sistema insostenibile di produzione, distribuzione e uso generato dal capitalismo uccide tra i 7 e i 13 milioni di persone ogni anno, anche in questo caso nel silenzio generale dei media occidentali.

Siamo noi il problema del mondo: possiamo essere noi la soluzione.

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Diritto

Un Paese senza giustizia è un Paese senza futuro

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La recente notizia dell’insufficienza di giudici per le Corti D’Appello di tutta Italia, al Sud in particolare, in parte a causa della pessima riforma Cartabia, è solo l’ultimo dei drammi del sistema giudiziario del nostro Paese.

Viviamo in una nazione in cui un processo civile dura tremila giorni (2.949), corrispondenti a 8 anni, con una media dei Paesi membri del Consiglio d’Europa (che non è l’Unione Europea e di cui fanno parte 47 paesi, contro i 27 dell’UE) che arriva a poco meno di 2 anni (715).

Il Governo Monti nel 2012 (con il D.Lgs. 155/2012), in questa situazione drammatica, invece che potenziare l’organico dell’amministrazione giudiziaria, chiuse 31 tribunali, 31 procure, 220 sezioni distaccate di tribunale, soppresse 667 uffici dei giudici di pace.

Paradossalmente abbiamo circa 306.000 agenti appartenenti alle varie forze dell’ordine, 453 ogni 100.000 abitanti, cifra che colloca il nostro Paese all’ottavo posto in Europa, ben oltre la media continentale, ferma a 355 agenti ogni 100.000 abitanti.

Gli agenti delle Forze dell’Ordine si scontrano quotidianamente con la lentezza dell’amministrazione giudiziaria, vivendo ciò con enorme frustrazione, in quanto l’efficacia del loro lavoro viene spesso vanificata dall’impossibilità oggettiva per i tribunali di celermente procedere alla definizione dei processi.

Uno dei principali motivi per cui i cittadini onesti in alcuni casi non denunciano è che sanno che le loro denunce spesso e volentieri finiscono in un nulla di fatto.

La trattazione delle cause nei tribunali è un inferno per il cittadino. Basta andare un giorno al tribunale per vedere in che condizioni giudici, cittadini, forze dell’ordine e professionisti devono operare: manca persino la carta per le fotocopie.

È necessaria una riforma seria della giustizia che renda più snelli i procedimenti, rafforzi il sistema giudiziario e garantisca la sostanziale tutela dei diritti: è la politica che ha questo compito e come cittadini dobbiamo scegliere in tutte le istituzioni, ad ogni livello, politici onesti e al servizio della comunità.

I politici seri e onesti ci sono, ma vengono contrastati internamente alle forze politiche a cui appartengono dalle cordate, da chi agisce in sostanza in maniera clientelare all’interno dei partiti, impedendo così che si premi il merito; i politici onesti non vengono spesso compresi dai cittadini, che ancora basano le proprie scelte sul familismo amorale e che ricevono un’informazione del tutto manipolata sulla politica, per via della mancanza d’indipendenza dei mezzi d’informazione.

Un tema fondamentale da affrontare è anche il conflitto d’interessi: siamo gli unici in Europa a non avere una normativa organica al riguardo. Se non c’è una corretta informazione il cittadino viene privato della libertà di scegliere con coscienza e consapevolezza. Se non si esclude la possibilità, per chi è in posizioni dominanti nella società, di ricoprire incarichi politici, ci sarà sempre la prevalenza dell’interesse privato su quello pubblico nella gestione dello Stato, non più al servizio dei cittadini, ma di questa o quell’altra impresa o gruppo d’imprese. Invito tutti i cittadini onesti ad unirsi per lottare su questi temi, affinché vi sia giustizia nel nostro paese, perché “la giustizia non esiste di per sé, ma solo nei rapporti reciproci e in quei luoghi nei quali si sia stretto un patto circa il non recare né ricevere danno.” (Epicuro)

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Umanesimo

Il coraggio di essere disadattati

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Vi sono alcune cose nel nostro sistema sociale rispetto alle quali noi tutti dovremmo essere dei disadattati… Forse la salvezza del mondo sta oggi proprio nelle mani dei disadattati.  La sfida per noi è di essere dei disadattati… Mediante questo coraggioso disadattamento noi sapremo emergere dalla mezzanotte squallida e desolata della disumanità dell’uomo all’alba splendente e luminosa della libertà e della giustizia”.

Martin Luther King Jr

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Where is the love? La mia canzone per l’estate (anche se è ancora primavera)

Tempo di lettura: 3 minuti

La mia canzone per l’estate… Anche se è ancora primavera.
Perché è così difficile vedere l’amore in questa epoca ancora piena di ingiustizie.
Ma la vita è trasformazione, dipende tutto da ora.
Guarda dentro di te e troverai tutto l’amore che serve per cambiare questo mondo in un posto felice, inizia la tua battaglia personale interiore che nessuno può fermare.

Questo deve essere il nostro comune grido di battaglia.

What’s wrong with the world, mama
People livin’ like they ain’t got no mamas
I think the whole world addicted to the drama
Only attracted to things that’ll bring you trauma

Overseas, yeah, we try to stop terrorism
But we still got terrorists here livin’
In the USA, the big CIA
The Bloods and The Crips and the KKK

But if you only have love for your own race
Then you only leave space to discriminate
And to discriminate only generates hate
And when you hate then you’re bound to get irate, yeah

Madness is what you demonstrate
And that’s exactly how anger works and operates
Man, you gotta have love just to set it straight
Take control of your mind and meditate
Let your soul gravitate to the love, y’all, y’all

People killin’, people dyin’
Children hurt and you hear them cryin’
Can you practice what you preach?
Or would you turn the other cheek?

Father, Father, Father help us
Send some guidance from above
‘Cause people got me, got me questionin’
Where is the love (Love)

Where is the love (The love)
Where is the love (The love)
Where is the love, the love, the love

It just ain’t the same, old ways have changed
New days are strange, is the world insane?
If love and peace are so strong
Why are there pieces of love that don’t belong?

Nations droppin’ bombs
Chemical gasses fillin’ lungs of little ones
With ongoin’ sufferin’ as the youth die young
So ask yourself is the lovin’ really gone

So I could ask myself really what is goin’ wrong
In this world that we livin’ in people keep on givin’ in
Makin’ wrong decisions, only visions of them dividends
Not respectin’ each other, deny thy brother
A war is goin’ on but the reason’s undercover

The truth is kept secret, it’s swept under the rug
If you never know truth then you never know love
Where’s the love, y’all, come on (I don’t know)
Where’s the truth, y’all, come on (I don’t know)
Where’s the love, y’all

People killin’, people dyin’
Children hurt and you hear them cryin’
Can you practice what you preach?
Or would you turn the other cheek?

Father, Father, Father help us
Send some guidance from above
‘Cause people got me, got me questionin’
Where is the love (Love)

Where is the love (The love)?
Where is the love (The love)?
Where is the love (The love)?
Where is the love (The love)?
Where is the love (The love)?
Where is the love (The love)?
Where is the love, the love, the love?

I feel the weight of the world on my shoulder
As I’m gettin’ older, y’all, people gets colder
Most of us only care about money makin’
Selfishness got us followin’ the wrong direction

Wrong information always shown by the media
Negative images is the main criteria
Infecting the young minds faster than bacteria
Kids wanna act like what they see in the cinema

Yo’, whatever happened to the values of humanity
Whatever happened to the fairness and equality
Instead of spreading love we’re spreading animosity
Lack of understanding, leading us away from unity

That’s the reason why sometimes I’m feelin’ under
That’s the reason why sometimes I’m feelin’ down
There’s no wonder why sometimes I’m feelin’ under
Gotta keep my faith alive ‘til love is found
Now ask yourself

Where is the love?
Where is the love?
Where is the love?
Where is the love?

Father, Father, Father, help us
Send some guidance from above
‘Cause people got me, got me questionin’
Where is the love?

Sing with me y’all:
One world, one world (We only got)
One world, one world (That’s all we got)
One world, one world
And something’s wrong with it (Yeah)
Something’s wrong with it (Yeah)
Something’s wrong with the wo-wo-world, yeah
We only got
(One world, one world)
That’s all we got
(One world, one world)

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Culture Poesia Umanesimo

Prima di tutto l’uomo (Lettera al figlio) di Nazim Hikmet

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Ecco le parole toccanti di un grande poeta turco, Nazim Hikmet: in questa poesia troviamo l’eredità spirituale che lascia a suo figlio, quale insegnamento eterno. Spero che la Turchia e il popolo turco, come l’Italia e gli italiani, come tutte le nazioni e i popoli del mondo, un giorno sappiano parlare un unico linguaggio comune: quello della pace, della verità, della libertà, dell’eguaglianza, della dignità, dell’amore, della giustizia.

“Non vivere su questa terra
come un inquilino
oppure in villeggiatura 
nella natura
vivi in questo mondo
come se fosse la casa di tuo padre
credi al grano al mare alla terra
ma soprattutto all’uomo.
Ama la nuvola la macchina il libro
ma innanzi tutto ama l’uomo.
Senti la tristezza
del ramo che si secca
del pianeta che si spegne
dell’animale infermo
ma innanzitutto la tristezza dell’uomo.
Che tutti i beni terrestri
ti diano gioia,
che l’ombre e il chiaro
che le quattro stagioni
ti diano gioia,
ma che soprattutto, l’uomo
ti dia gioia.”
Nazim Hikmet

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Umanesimo

Contro ogni guerra

Tempo di lettura: < 1 minuti“Datemi il denaro che è stato speso nelle guerre e vestirò ogni uomo, donna e bambino con un abbigliamento dei quali re e regine saranno orgogliosi. Costruirò una scuola in ogni valle sull’intera terra. Incoronerò ogni pendio con un posto di adorazione consacrato alla pace.”

Charles Sumner

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Diritto Economia Politica Società Umanesimo

Un paese iniquo

Tempo di lettura: 2 minuti

In Italia non esiste equità, è questo il vero problema, di questo si deve urgentemente occupare la politica. L’Ocse, nel suo rapporto sulle disuguaglianze, calcola che l’1% più benestante della popolazione della Penisola detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta, il triplo rispetto al 40% più povero, che detiene solo il 4,9 per cento degli attivi totali. La crisi ha inoltre accentuato le differenze, dato che la perdita di reddito disponibile tra il 2007 e il 2011 è stata del 4% per il 10% più povero della popolazione e solo dell’1% per il 10% più ricco. Il 20% più ricco detiene infatti il 61,6% della ricchezza e il 20% appena al di sotto il 20,9%. Il restante 60% si deve accontentare del 17,4% della ricchezza nazionale, di cui appena lo 0,4% per il 20% più povero. Il 5% più ricco della popolazione, detiene il 32,1% della ricchezza nazionale netta, ovvero oltre la metà di quanto detenuto del primo quintile, e di questa quasi la metà è in mano all’1% più ricco.

Insomma il 60% degli italiani si trova a dividersi le briciole (il 17% della ricchezza). La soluzione a tutta questa ingiustizia è già prevista nell’art. 53 della Costituzione Italiana, il quale statuisce:

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Un governo decente dovrebbe immediatamente attenersi a quanto previsto dalla Costituzione, combattendo l’evasione fiscale pari a 180 miliardi l’anno (perché tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche) e rendendo il sistema tributario realmente progressivo, cambiando gli scaglioni IRPEF da 5 a 100, portando l’aliquota a zero per redditi fino a 20.000 euro, eliminando tutte le altre tasse e i privilegi. In tal modo lo Stato potrebbe garantire immediatamente salute, istruzione, lavoro, casa, trasporti, tutela dell’ambiente, accesso all’informazione e giustizia, per tutti gratuitamente.

Siccome però i partiti (escluso solo il Movimento 5 Stelle) sono finanziati proprio dalle persone più ricche, come spiega bene l’approfondimento di Open Polis “Sotto il materasso”, non voteranno mai provvedimenti tesi alla redistribuzione del reddito, benché sancito dalla nostra Costituzione.

Per fortuna ci sono ben tre modi con cui la gente comune può modificare tale situazione:

votare diversamente (e andare a votare, soprattutto, poiché è da stupidi non usufruire di un diritto) o candidarsi in prima persona (perché in Italia si ha il diritto dell’elettorato attivo e passivo, non dimentichiamolo), mantenendo saldi i principi di onestà e di equità.

– non cooperare più con la fascia più ricca, cioè non cooperare più con il male. Un re senza sudditi non è più un re, un ricco senza poveri da sfruttare non è più ricco. In sostanza bisogna rifiutarsi di lavorare e non acquistare prodotti o servizi  da chi sfrutta le persone e l’ambiente.

– costruire una comunità solidale, in cui vi è unità nella diversità, partendo dal proprio territorio. La ricchezza non sono i soldi, ma ciò che sappiamo fare, i soldi sono solo un mezzo di scambio. Se ricostruiamo rapporti sociali di mutuo aiuto partendo dal territorio dove viviamo, se basiamo la nostra esistenza sulla solidarietà reciproca, possiamo star certi di non vivere più con la paura della povertà e di contribuire quindi alla costruzione di una società più umana.

Essere umani significa darsi una mano l’un l’altro, stringersi in un fraterno abbraccio di fronte alle difficoltà della vita. Chi sostiene il contrario o è un illuso o mente per convenienza personale.

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Diritto Economia Politica

Dove siamo finiti – Parte I

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È un’Italia disorientata quella che esce da queste ultime elezioni. In molti non si capacitano come abbia potuto ottenere tanto successo un’altra volta Berlusconi, in molti non capiscono come il PD abbia potuto perdere anche queste elezioni, in molti sono meravigliati del successo del M5S e ne hanno paura, perché non lo conoscono; tantissimi di certo hanno sottovalutato il potere dell’informazione detenuto dai mass media e dimenticato lo spirito profondamente conservatore di gran parte dei nostri concittadini; così come tantissimi hanno dimenticato che una buona politica e una buona democrazia si ottengono attraverso la partecipazione quotidiana e attiva, non nel mondo virtuale di media vecchi e nuovi.

Eppure se solo ci si fermasse a riflettere un secondo, se solo si abbandonasse il proprio esser di parte a prescindere, se si abbandonassero i propri pregiudizi, i propri timori, tutto risulterebbe di certo più chiaro, si potrebbe cominciare ad analizzare con più obiettività l’attuale situazione, chi ne sono i responsabili politici.

Innanzitutto possiamo vedere come milioni di persone abbiano perduto fiducia nei due grandi partiti che da 20 anni governano l’Italia, PD e PDL. Possiamo anche vedere, se approfondiamo di più il tema, come tali partiti in realtà, per la gran parte, siano composti da persone riciclate da altri precedenti partiti, in un ininterrotto schema di potere senza soluzioni di continuità.

LA DISTRUZIONE DELLA RAPPRESENTANZA POLITICA: LA LEGGE MATTARELLA E LA LEGGE CALDEROLI

Le leggi 276 e 277 del 1993, definite legge “mattarellum”, che vennero votate dal Parlamento in contrasto al referendum popolare del 18 aprile 1993 (il quale, abrogando parti della precedente legge, voleva portare ad un sistema maggioritario al solo Senato, lasciando inalterato la parte restante del precedente sistema), hanno:

  • Favorito il formarsi in coalizioni, attraverso l’introduzione, per il 75% dei seggi, del sistema di elezione maggioritario alle due camere
  • Adottato il turno unico, in cui è sufficiente la maggioranza relativa dei suffragi per vincere nel proprio collegio
  • Favorito la nascita delle “liste civetta” per aggirare la parte proporzionale (il 25%), utilizzate da centro destra e centro sinistra per ottenere più seggi
  • Adottato i collegi uninominali
  • Introdotto la soglia di sbarramento al 4%

Tutto ciò ha ridotto il pluralismo della rappresentanza parlamentare favorendo il costituirsi di coalizioni e introducendo la soglia di sbarramento; diminuito il valore democratico del voto attraverso il turno unico; aumentato la personalizzazione e ridotto la scelta dei cittadini sui candidati dell’elezione del candidato attraverso il collegio uninominale; si è favorita quindi di fatto una campagna elettorale basata sull’immagine pubblica del candidato piuttosto che sul programma del proprio schieramento. La legge ha quindi palesemente favorito la candidatura e la conseguente vittoria di Silvio Berlusconi nel 1994.

La legge 270/2005, definita legge “porcellum”, votata a pochi mesi dalle elezioni politiche del 2006, ha:

  • tolto ai cittadini il diritto di preferenza su chi eleggere in Parlamento, potendo gli stessi votare solo liste di candidati
  • dato alle coalizioni premi di maggioranza enormi in Parlamento (alla Camera un minimo di 340 seggi su 630, con la sola maggioranza relativa dei voti, quindi anche con un’esigua minoranza dei voti!)
  • imposto una soglia di sbarramento al 4% alla Camera e al 8% al Senato

Ciò ha dato un potere immenso ai partiti, che hanno potuto scegliere al posto degli elettori chi candidare (quanto di più lontano dalla democrazia delineata dai padri costituenti). La compagine parlamentare, per via dei premi di maggioranza e delle soglie di sbarramento, non rappresenta più la reale scelta politica dei cittadini elettori.

LA DISTRUZIONE DELLA SOVRANITA POPOLARE: IL TRATTATO DI MAASTRICHT E IL PATTO DI BILANCIO EUROPEO (FISCAL COMPACT)

Possiamo vedere che la tanto osannata Unione Europea altro non è che un’unione di banche e finanza, piuttosto che un’unione di popoli. Voi vedete nel nostro paese i treni puntuali di Francia e Germania, gli ospedali, le scuole e le amministrazioni pubbliche sul modello nordeuropeo? No, non era questo l’obiettivo dell’UE, sin dal Trattato di Maastricht (del 1992, guarda caso l’anno in cui avviene l’instaurazione dell’impropriamente detta “Seconda Repubblica”, in cui un profondo mutamento del sistema partitico, almeno di facciata, si impone in Italia) : l’obiettivo era l’unità monetaria, la costituzione della Banca Centrale Europea, il libero commercio in area Euro, l’adozione dei parametri di Maastricht come obbligatori negli stati membri; ciò si è realizzato compiutamente grazie alle ultime leggi approvate dal governo Monti, con il voto dei partiti (pieni di rappresentanti d’affari, non certo di politici) maggioritari, PD e PDL, senza nessun dibattito parlamentare, senza dibattito tra i cittadini (su tematiche così importanti!), leggi che hanno esautorato il nostro Parlamento e il nostro Governo, la nostra democrazia quindi, di ogni scelta in ambito di politica economica, riducendo così de facto la sovranità del popolo italiano sulla direzione dell’economia.

Ciò è avvenuto principalmente per via dell’approvazione del Patto di bilancio europeo (Fiscal Compact), che rappresenta l’attuazione del più spietato liberismo di derivazione statunitense, il quale impone come obbligatori i principali parametri stabiliti nel trattato di Maastricht:

  • l’inserimento in Costituzione dell’obbligo di perseguire il pareggio di bilancio (ciò purtroppo è già avvenuto, con la legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1, approvata dal Parlamento Italiano, con il voto contrario solo dell’Italia dei Valori e solo al Senato, alla Camera praticamente tutti hanno votato a favore)
  • l’impegno ad avere un deficit pubblico strutturale che non deve superare lo 0,5% del PIL e, per i paesi il cui debito pubblico è inferiore al 60% del PIL, l’1%;
  • l’obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del PIL, di rientrare entro tale soglia nel giro di 20 anni, ad un ritmo pari ad un ventesimo dell’eccedenza in ciascuna annualità;
  • l’obbligo per ogni stato di garantire correzioni automatiche con scadenze determinate quando non sia in grado di raggiungere altrimenti gli obiettivi di bilancio concordati;
  • l’impegno a inserire le nuove regole in norme di tipo costituzionale o comunque nella legislazione nazionale, che verrà verificato dalla Corte europea di giustizia;
  • l’obbligo di mantenere il deficit pubblico sempre al di sotto del 3% del PIL, come previsto dal Patto di stabilità e crescita; in caso contrario scatteranno sanzioni semi-automatiche;
  • l’impegno a tenere almeno due vertici all’anno dei 17 leader dei paesi che adottano l’euro.

Ciò sta portando alla dissoluzione dello stato sociale, soprattutto per via del pareggio di bilancio, una norma che comprimerà (entrerà difatti in vigore dal 2014) ulteriormente i già pochi “ammortizzatori sociali” esistenti, eliminerà di fatto la possibilità da parte dello Stato di indebitarsi pur di garantire gli standard dei servizi essenziali, quindi in totale contrasto con l’art. 3 della Costituzione Italiana, che così statuisce:

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Ma se la gestione della politica economica italiana viene compressa dalle norme imposte dall’Unione europea, la Repubblica non potrà più agire liberamente per rimuovere gli ostacoli di ordine economico, non potrà più liberamente scegliere in che modalità rendere effettiva la partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione economica, non potrà più difendere i diritti come la salute, l’istruzione, il lavoro… Perché non ci saranno i soldi per farlo!

Ciò è un fatto gravissimo e di proporzioni inaudite: tutti coloro che hanno votato per i partiti che hanno approvato questo scempio, sono in dovere di chiedere ai loro rappresentanti il perché di una tale follia!

LA DISTRUZIONE DELLA GIUSTIZIA: LE DELEGHE AL GOVERNO

Non mi metterò a elencare tutte le varie leggi ad personam in tema di giustizia (indulti, rogatorie, depenalizzazioni, legittimo sospetto, etc.), per salvare interessi individuali o di gruppi specifici, da destra a sinisitra. Credo che gli ultimi provvedimenti del governo Monti siano ben più gravi, poiché vanno ad eliminare di fatto la reale struttura giudiziaria nel nostro paese. Il governo Monti, sempre con l’approvazione di PD e PDL, per mezzo di due decreti legislativi (quindi tramite deleghe al Governo, esautorando su un tema così importante il Parlamento),  ha messo ulteriormente in ginocchio il già claudicante sistema giudiziario italiano.

Ciò è avvenuto come conseguenza dell’attuazione alla delega al Governo attribuita dalla legge per la stabilizzazione finanziaria n. 148 del 2011. Sono i d.lgs. 155/2012 e d.lgs. 156/2012, che tagliano:

  • 31 tribunali;
  • 31 procure;
  • 220 sezioni distaccate di tribunale
  • 667 uffici dei giudici di pace

In un paese con un potere giudiziarioal collasso, dove la durata media di un processo civile è di 9 anni, eliminare procure, tribunali, sezioni distaccate e uffici dei giudici di pace è assolutamente contrario al buon senso, è in direzione assolutamente contraria ad una maggiore tutela dei diritti dei cittadini.

LA DISTRUZIONE DEL LAVORO: PACCHETTO TREU, LEGGE BIAGI

In tale caso abbiamo l’esempio lampante di come PD e PDL, i maggiori schieramenti politici fino a qualche giorno fa, abbiano applicato esattamente le stesse politiche, per lo più su richiesta non del popolo italiano (che da decenni chiede più posti di lavoro e stipendi più alti, non più precarietà), quanto di UE, BCE e attraverso forti pressioni dei potentati economici (banche e industrie).

Il “pacchetto Treu” (Legge 196/1997) è il primo provvedimento che mira a rendere più “flessibile” il lavoro (ossia precario), attraverso:

  • l’istituzione del lavoro interinale (precedentemente vietato dalla legge 1369/1960, per combattere lo sfruttamento della manodopera!)
  • l’isitituzione del tirocinio
  • l’istituzione del contratto coordinato e continuativo

La impropriamente detta “legge Biagi” (Legge 30/2003 di delega al governo in materia di occupazione e mercato del lavoro, attuata con il d.lgs. 276/2003), in perfetta linea politica con il pacchetto Treu, “flessibilizza” ulteriormente il lavoro (con forme contrattuali aberranti) attraverso:

  • l’eliminazione del contratto a tempo indeterminato come rapporto di lavoro normale e comune
  • l’istituzione del contratto a progetto
  • l’istituzione del contratto di lavoro a chiamata (intermittente)
  • l’istituzione del della somministrazione di lavoro, in sostituzione del lavoro interinale
  • l’istituzione del contratto di lavoro ripartito
  • la riforma del contratto di apprendistato

 

LA MONOPOLIZZAZIONE DELL’INFORMAZIONE: LEGGE MAMMI E LEGGE GASPARRI

Sulla Legge Mammì, è sufficiente quanto scritto su Wikipedia:

La legge segue un periodo nel quale si è costruito una sorta di monopolio della televisione privata, da parte della Fininvest, al di fuori della legge, dunque contro il divieto di interconnessione, che ha portato poi ad interventi dell’esecutivo, concretizzatisi nei cosiddetti decreti Berlusconi e finalizzati a contrastare potenziali interventi della magistratura che potessero impedire la diffusione su scala nazionale di programmi televisi di emittenti private.

La legge è ritenuta da alcuni oppositori devastante per l’ordinamento legale e civile dello stato.

I cultori del diritto comunitario rilevano una differenza consistente tra il testo della legge ed i princìpii della direttiva comunitaria Televisione senza frontiere da recepire. I commentatori attribuiscono questa discordanza all’eccessiva attenzione posta dal legislatore nazionale nel privilegiare la posizione dominante della Fininvest piuttosto che alle effettive esigenze del mondo della comunicazione televisiva.

È soprannominata sarcasticamente legge fotografia e legge Polaroid in quanto si limita a legittimare la situazione anomala preesistente, da stato di fatto a stato di diritto.

Anche sulla legge Gasparri Wikpiedia può dire più e meglio di quanto non possa io:

La legge Gasparri è stata criticata per i seguenti motivi:

  • il tetto antitrust nella previsione di un unico limite ex ante (cioè predeterminato tassativamente dalla legge), con verifica ex post, rappresentato dalla quota 20% del totale dei proventi ricavabili dal SIC (Sistema Integrato della comunicazione) è stato sì abbassato in misura percentuale rispetto al 30% della l. del 1987 (art 3 lett. B L. 67/1987), ma il valore assoluto di tali percentuali è passato da 12 miliardi di euro di allora a 26 miliardi oggi;
  • l’aumento del limite antitrust viola il principio del pluralismo sancito dall’Articolo 21;
  • si incentiva ancora di più la pubblicità televisiva, a scapito di quella sulla stampa;
  • mancano riferimenti al diritto all’informazione degli utenti;
  • la fissazione di una data (31 dicembre 2006) entro cui realizzare le reti digitali terrestri rischia di aprire un altro regime di proroga (rischio concretizzato nel rinvio al 2012 del digitale);
  • ci sarebbe una grave e palese violazione della sentenza 466/2002 della Consulta;
  • Mediaset potrebbe avvantaggiarsi più di altri editori rafforzando la sua posizione dominante;
  • in generale, per un rafforzamento della figura di Silvio Berlusconi nel campo tv;
  • lasciava irrisolti i problemi del piano nazionale delle frequenze.

FINE PRIMA PARTE

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Politica Società

In nome del popolo sovrano

Tempo di lettura: 2 minuti

Aumentare gli stipendi, diminuire le tasse, rendere più efficiente la giustizia, rendere gratuita l’istruzione, diminuire l’inquinamento, creare nuovi posti di lavoro dignitosi e garantire la massima occupazione, migliorare gli ospedali, ridurre il traffico: chi non vorrebbe tutto ciò?

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Filosofia Politica Società Umanesimo

Le menzogne del potere 3: Obama e il sogno americano

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Obama e il sogno americano

Vi ricordate l’emozione di tutti i media all’elezione di Obama a presidente degli Stati Uniti? Doveva essere il presidente del cambiamento, del progresso, della rinascita, le solite menzogne insomma, almeno a vedere questo 2009 che volge al termine. E inaspettato è giunto anche il premio Nobel per la Pace, con lo stupore generale, ben altre persone avrebbero potuto riceverlo: ad esempio il presidente boliviano Evo Morales, che da umile indigeno è riuscito a farsi eleggere democraticamente per due volte con una schiacciante maggioranza, a riformare la costituzione proteggendo i beni comuni come l’acqua e le altre risorse, a sradicare l’analfabetismo, a ridurre le disparità sociali: andatevi a leggere la sua storia, è commovente e esemplare.

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Diritto News Società

Lo stivale, la repubblica e le banane

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"Banana" di Andy Warhol

L’Italia è uno stivale: non nel senso della sua forma geografica, bensì nell’essere proprio come lo stivale protetta dall’esterno (per via del mare, dei razzisti, degli ignoranti) e altrettanto maleodorante al suo interno, piena di caste e false castità, di protetti, protettori e imbarazzanti giullari di corte.

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