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Fare il pane è un gesto sacro

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Mi faccio il pane in casa da 23 anni: con la pasta madre, farine biologiche e locali.
Per me fare il pane è diventato un rituale sacro, che scandisce la mia esistenza, che mi permette di apprezzare la giusta lentezza, che mi riconnette alla totalità attraverso un gesto semplice eppure complesso.
Ogni nostra azione non è solo unica e irripetibile, rappresenta anche la nostra scelta su come impiegare il proprio tempo.
Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo, eppure ogni giorno perdiamo tempo in tante futilità.
Fare il pane non è una futilità: significa ogni volta unire i due elementi più semplici e importanti che sostengono la vita, l’acqua e il grano.
Per fare il pane è necessario compiere scelte politiche importanti: se uso una farina prodotta all’estero, molto lavorata, di agricoltura industriale, in un sol colpo depaupero il mio Paese di ricchezza, danneggio la mia salute e danneggio l’ambiente. Se uso una farina integrale, di produzione locale, da agricoltura sostenibile, mantengo la ricchezza nella mia comunità, nutro correttamente il mio corpo e proteggo l’ambiente.
Il pane è legato da sempre al concetto di benessere: non avere il pane, insieme alla guerra, è tra le peggiori iatture che possano capitarci.
Il pane che faccio ogni settimana, per me, per la mia famiglia, per i miei amici quando passano a trovarmi, è il mio piccolo gesto per mostrare gratitudine alla vita per avere il cibo, per avere una famiglia, per essere in salute.
Ogni volta che faccio il pane mi ricordo quanto è importante rimanere umile e quanto sia importante usare le mani, quanto sia importante l’azione, per diventare ogni giorno una persona migliore.

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Come fare il pane con la pasta madre

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In questo video spiego come fare il pane con la pasta madre: vi consiglio di utilizzare, come faccio io, solo farine bio e il più possibile locali.

Fare il pane è un gesto sacro e oggi, nella società virtualizzata e liquida in cui viviamo, rivoluzionario: Gandhi diceva che “Dio creò l’uomo perché si procurasse il cibo con il lavoro e disse che chi mangiava senza lavorare era un ladro.” La sua “regola di ragione” era: un uomo che non fa del lavoro fisico non ha il diritto di mangiare. Disse anche che “se tutti lavorassero per il proprio pane, le distinzioni sociali cadrebbero”.

Ad un giornalista che gli chiese quali fossero per lui le cose migliori della vita, lo scrittore Graham Greene rispose: “L’odore del pane, il gusto del sale e l’amore dei bambini”.

Ogni volta che faccio il pane mi viene in mente una canzone della Nuova Compagnia di Canto Popolare, “In galera li panettieri”: il testo fa riferimento a quei panettieri che, dopo essersi arricchiti, si sentono “baroni” e negano il pane alla povera gente che non se lo può permettere.

Non smetterò mai di farmi il pane: il livello qualitativo, una volta appreso il procedimento con la pasta madre, è mille volte migliore della monnezza che vendono quasi tutti i panificatori, che usano materie prime di scarsa qualità, lieviti chimici e/o tempi troppo brevi di maturazione dell’impasto, quindi pani indigeribili e contaminati.

Inoltre lo trovo un gesto semplice, che mi mantiene sempre con i piedi per terra.

Beh, ci sarebbe tanto altro da aggiungere ma per ora… Buona visione!

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